Il governo vuole dare un “reddito” agli immigrati. Ricciardi: «Chi sbarca non ha lavoro, quindi…»

21 Lug 2020 17:48 - di Massimo Baiocchi
Ricciardi

Un’altra scelta del governo destinata a far discutere e a dividere. Gli italiani hanno sopportato mesi di isolamento e stanno ancora aspettando che si realizzino le promesse di Conte. Agli immigrati arrivano gli “aiuti”. Come riporta la Verità, la proposta arriva da Walter Ricciardi, consigliere del ministro Speranza per il coordinamento con le istituzioni sanitarie internazionali. Tutto nasce da un botta e risposta con un giornalista sulla questione degli sbarchi. «Stanno riprendendo gli sbarchi, il virus arriva anche da lì», chiede un cronista della Stampa. E Ricciardi risponde: «Sì, per questo le persone che sbarcano vanno messe in quarantena. Non troverei scandaloso prevedere per loro un sussidio di sostentamento, perché parliamo di persone che non lavorano».

Ricciardi, le risorse dalle multe. Altra stangata per gli italiani

E le risorse dove si prendono? In un momento di enorme difficoltà per tutti vanno equilibrate. Niente da fare, le risorse entrano aumentando le multe per chi sta al bar o in spiaggia, quindi stangando ancora gli italiani. Del resto lo stesso Ricciardi afferma alla Stampa che servono più sanzioni. «Sono necessari più controlli, ma soprattutto occorre applicare sul serio le sanzioni. Purtroppo vedo che le multe sono lo zero virgola qualcosa rispetto al numero delle persone fermate. Così non va». Poi aggiunge: «Rischiamo di fare la fine della Catalogna o di Israele. Se i focolai crescono di numero e volume c’è il rischio di non riuscire più a tenerli sotto controllo».

L’incognita delle zone rosse nei luoghi di villeggiatura

«Potrebbe capitare», continua ancora Ricciardi, «di dover creare delle zone rosse anche in luoghi di villeggiatura dove si finirebbe per restare intrappolati. Per questo meglio darsi tutti una regolata». Bisogna «fare di tutto per non arrivare impreparati alla battaglia di ottobre, quando il virus potrebbe rialzare la testa». Non saremo al sicuro “fino a che non ne usciranno anche gli altri Paesi».

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