Fisco, Ruffini: «Basta scadenze di pagamento. Prelievi mese per mese anche per le partite Iva»

7 Lug 2020 19:02 - di Redazione
Ruffini

Taglio dell’Iva o dell’Irpef? «Non è un derby di fronte al quale dobbiamo scegliere da che parte stare», risponde da Repubblica Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate. «Non ci sono – aggiunge – due curve che tifano». Ruffini cita l’ex-ministro Beniamino Andreatta e sostiene che quella dl fisco «è la madre di tutte le riforme». La domanda resta: Irpef o Iva? ll primo, ammette il direttore, è «più sentito» perché «va diretto nelle tasche di tutti noi, delle imprese, delle famiglie». Ma, avverte, occorre una «visione d’insieme». E ricorrendo alla metafora calcistica sottolinea: «Non guardiamo solo al rigore, ma a tutta la partita. Non esiste un Var per la politica, ma la storia».

Ruffini: «Tagliare le tasse alle imprese»

Il tema è assai dibattuto. Come del resto quello delle troppe leggi che imbrigliano le decisioni. Occorre «disboscare», suggerisce Ruffini, e poi raccoglierle «in testi unici». È solo il primo passo per consentire alla «locomotiva» di ripartire. La locomotiva sono le imprese. «II taglio – spiega il tecnico – deve andare a loro beneficio perché creano lavoro, il lavoro produrrà redditi e i redditi alimenteranno il consumo e i servizi». Facile a dirsi, ma in concreto? Le ricette sono molteplici, a cominciare dalla riduzione del «cuneo fiscale» sul lavoro. Ma per Ruffini la vera novità pò arrivare dalle microimprese, cioè la grande maggioranza delle partite Iva. A queste Ruffini estenderebbe il sistema di «tassazione per cassa» consentendo «l’immediata deducibilità degli investimenti», invece di diluirla nel tempo con gli ammortamenti. «Questa sorta di cash flow tax – spiega – potrebbe essere un buon strumento per far ripartire gli investimenti e quindi la produzione».

«Il fisco di massa ha bisogno di automatismi»

Per Ruffini «iI “fisco di massa” ha bisogno di automatismi» e pur tuttavia «controllabile». Una volta rodato, il meccanismo va esteso a 4,4 milioni di partite Iva tra persone fisiche e società di persone su un totale di 5,7 milioni. «Automatismo – spiega Ruffini – significa anche ridurre la giungla delle scadenze durante l’anno». Così il calendario diventa il secondo modulo della riforma fiscale. Scadenze e rinvii sono un vero labirinto. Ma per il capo delle Entrate un modo per uscirne c’è. A cominciare dalla fatturazione elettronica. Già ora, ricorda Ruffini, «ci fornisce gran parte dei dati necessari per la dichiarazione Iva: potrebbe essere precompilata». Così anche «gli scontrini». Il secondo punto riguarda la già accennata «tassazione per cassa, la cash flow tax». Insomma, il fisco potrebbe rinunciare al sistema di acconti e saldi annuali per consentire anche agli autonomi di pagare le tasse «mese per mese». Magari prelevando l’importo direttamente dal conto corrente del contribuente.

 

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