FdI: «La Cina comunista viola i diritti umani, difendiamo l’autonomia di Hong Kong»

20 Lug 2020 18:42 - di Davide Ventola

‘La mozione unitaria del centrodestra su Hong Kong prevede, a fronte delle novità nel contesto dei rapporti fra Repubblica Popolare e l’isola, che il governo si impegni ad assumere iniziative per aderire all’impegno preso dall’Alto Rappresentante per la politica estera e la sicurezza comune dell’Ue. Tuttociò in riferimento al rispetto degli accordi internazionali che garantiscono l’autonomia della Regione amministrativa speciale di Hong Kong in forza del principio condiviso di un Paese, due sistemi. A sostenere, nelle sedi dell’Unione europea, l’avvio di una riconsiderazione complessiva delle relazioni con la Cina popolare. Alla luce delle ripetute violazioni dei diritti umani e in vista dell’adozione di possibili sanzioni in reazione alla reiterazione di tali violazioni. A farsi promotore, nelle opportune sedi internazionali, dello svolgimento di un’inchiesta internazionale. Questo per accertare l’eventuale violazione dei diritti umani nel territorio di Hong Kong tra 2019 e 2020″. Così il deputato Fdi componente dell’Unione Interparlamentare Italia-USA, Federico Mollicone, nel corso della discussione generale sulle mozioni a difesa dell’autonomia di Hong Kong, che ha illustrato la mozione del centrodestra.

La mozione del centrodestra per Hong Kong

“Con il collega Lupi, primo firmatario e promotore di questa mozione, ci accomuna la difesa dei diritti umani. Oltre alla condanna intransigente della costante violazione dei diritti umani da parte della Cina comunista. Con l’applicazione della legge sulla sicurezza nazionale la polizia ha effettuato quasi 400 arresti in un solo giorno”.

Dieci persone fermate dalla polizia cinese

“Tra questi, 10 persone sono state fermate dalla polizia per sovversione, secessione e terrorismo. Tra gli arrestati c’è anche una quindicenne che sventolava una bandiera per l’indipendenza della città. Le piattaforme online stanno uscendo dal mercato di Hong Kong, perché altrimenti sarebbero obbligate a condividere informazioni con i vertici cinesi”.

Il silenzio assordante del governo italiano

“La storia, si fa per dire, si ripete sempre. Anche in questo caso, Xi ha voluto applicare il termine ”terroristi” ai manifestanti e ai dissidenti. Era già successo in Xinjiang e in Tibet. Non vorremmo che la fascinazione verso la Cina abbia portato i grillini come Luigi di Maio a modificare lo storico posizionamento italiano a difesa dei diritti umani. Anche il Regno Unito, gli Usa, l’Australia e il Canada hanno sollevato critiche nell’emanazione della nuova legge. E l’Italia? Silente. Questa mozione vuole quindi sanare questa mancanza, un silenzio assordante dei corridoi della Farnesina, e a rivedere le relazioni con la Cina alla luce degli sviluppi della situazione e, in particolare, alla violazione dei diritti umani”, ha concluso.

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