Fabio Rovazzi, il post che mette in ansia i fan: «Mi ha inghiottito il buio più totale»

29 Lug 2020 10:24 - di Fabio Marinangeli
Fabio Rovazzi

Un post che ha messo in allarme i fan. Fabio Rovazzi si confessa. Non ha passato un periodo positivo. Anzi, le settimane di lockdown e  la tensione per la pandemia hanno provocato un vuoto. E ad ampliare il vuoto soprattutto la perdita del nonno a causa del coronavirus.

Fabio Rovazzi: «La quarantena è stato un incubo»

«Avrei davvero voluto darvi una canzone per ballare e scatenarvi quest’estate. Purtroppo non è successo». Inizia così il post pubblicato da Fabio Rovazzi su Instagram. «Il periodo della quarantena è stato un vero incubo personale. Mi ha inghiottito nel buio più totale e mi ha sputato fuori cambiandomi».

Le priorità della vita

«È stata un’occasione per fermarsi a riflettere sulle priorità della vita», ha aggiunto Fabio Rovazzi. «Spesso, soprattutto di questi tempi, non ci rendiamo conto delle cose realmente importanti. Avrei potuto fingere, in studio e sul palco, di essere felice. Purtroppo non sono capace».

«Avrei fatto un pezzo strappalacrime»

«Le canzoni», ha poi sottolineato, «sono sempre state un prolungamento del mio stato d’animo». E «se fossi stato costretto a farne una ora sarebbe uscito un pezzo strappalacrime drammatico (che vi evito molto volentieri)». «A fine agosto», ha concluso Fabio Rovazzi, «vi annuncerò una operazione a livello mondiale che vi manderà fuori di testa. Vi voglio bene».

Fabio Rovazzi e la perdita del nonno

L’artista, come detto, ha perso il nonno a causa del coronavirus. Le sue parole, ad aprile, fecero commuovere i fan. «Ho sperato nell’impossibile, ho creduto fino all’ultimo che fossi l’unico in grado di scampare a quella maledetta figura oscura con la falce in mano. Mi sbagliavo. La morte piano piano prende tutti, non capisco perché debba prendere sempre prima del dovuto tutti quelli a cui tengo».

 «Devo tutto a te»

«Ho fatto il possibile, l’impossibile e l’impensabile. Ma alla fine questo maledetto virus ti è venuto a bussare alla porta», aveva scritto Fabio Rovazzi. «E fidati quando ti dico che non te lo meritavi. Con te ho passato gran parte della mia infanzia e credo che tutto quello che sono oggi per la stragrande maggioranza lo devo a te».

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