Coronavirus, calano contagi e morti ma è allarme per il ritorno delle badanti dell’est
Altri 5 morti in Italia per coronavirus. I decessi dall’inizio dell’emergenza, secondo i dati diffusi dal ministero della Salute, sono 35.107. Rispetto a ieri sono stati registrati 255 nuovi contagi. Nelle ultime 24 ore sono segnalati altri 126 guariti: nel complesso, sono 198.446. I pazienti ricoverati con sintomi sono 735 (+4), di cui 44 (+3) in terapia intensiva. I 5 morti con coronavirus registrati da ieri portano il totale delle vittime italiane della pandemia a 35.107.
Finora sono stati effettuati 6.560.572 tamponi (+40.526 da ieri), mentre sono 5 (Umbria, Sardegna, Calabria, Valle d’Aosta e Basilicata) le regioni che non hanno registrato nuovi contagi nelle ultime 24 ore, a dispetto degli allarmismi eccessivi.
Allarme badanti dell’est per il coronavirus
Una nuova ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza dispone la quarantena per chi abbia soggiornato, negli ultimi 14 giorni, in Romania e Bulgaria: è la prima volta dalla riapertura delle frontiere che due paesi Schenghen vengono esclusi dalla libera circolazione. Tra le conseguenze del provvedimento, non si può sottovalutare l’allarme badanti. I Paesi dell’est Europa rappresentano, infatti, il 40,9% di tutti i lavoratori domestici regolari che operano in Italia, più di 347mila (dato Istat 2019). Dalla Romania, tra l’altro, proviene la comunità di stranieri
più numerosa: il 1 gennaio 2020 erano censiti, nel nostro Paese, più di 1,2 milioni di romeni, quasi un quarto del totale degli stranieri.
Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio nazionale Domina sul lavoro domestico, il 30% della popolazione proveniente da quel Paese è occupato nei servizi alla persona.
Il dilemma di dove fare la quarantena
In una situazione nella quale la pandemia sembra riprendere vigore anche in alcuni Paesi d’Europa, le decisioni politiche e sanitarie per evitare la diffusione del Coronavirus in Italia pongono una molteplicità di problemi. Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina, ne cita alcuni: ”la questione più urgente e importante è questa: dove faranno la quarantena le badanti dell’est conviventi? Sicuramente non nella casa del datore di lavoro. Le famiglie non hanno obblighi per il soggiorno alternativo e lo Stato deve aprire gli hotel per questi lavoratori che non sanno dove vivere durante la quarantena”.
Il ritorno dall’est che fa paura
Il momento non è facile: ”dall’est Europa – continua Gasparrini – stanno ritornando poche badanti e le famiglie sono alla ricerca di lavoratrici italiane. Registriamo inoltre un aumento preoccupante delle vertenze post-lockdown”.
Come se tutto questo non bastasse, le badanti dell’Est rinunciano alle ferie per paura della quarantena in Romania, Moldavia o Ucraina e perché, una volta tornate in Italia, dovrebbero sottoporsi a un’ulteriore quarantena. Il timore più grande che invita alla prudenza è che queste lavoratrici sono a contatto giornalmente con anziani e persone immunodepresse: se non venisse preso alcun provvedimento si rischierebbe un nuovo caos, come quello esploso nelle Rsa. Tuttavia, datori di lavoro e lavoratori chiedono di risolvere le questioni ricordate precedentemente, per evitare ulteriori disagi e difficoltà alle famiglie e alle badanti dell’est e per non mettere in ginocchio l’intero settore.