Cinquestelle nel caos: alla Camera raccolte già 30 firme per chiedere le dimissioni del capogruppo
Cinquestelle nel caos più nero dopo lo psicodramma scatenato dal rinnovo delle presidenze delle commissioni parlamentari. Sarebbero infatti già una trentina le firme raccolte alla Camera contro il direttivo. Ai vertici del gruppo gli scontenti imputano una gestione fallimentare nella trattativa con Pd, Italia Viva e Leu. La tensione alle stelle ha “consigliato” di differire al quattro agosto l’assemblea “virtuale” su Zoom, inizialmente fissata per questa sera. Potrebbe essere proprio quella la sede scelta dai malpancisti per arrivare alla resa dei conti finale, cioè il passo indietro del capogruppo Davide Crippa e del suo direttivo.
Il vero obiettivo è il reggente Crimi
Tra i promotori della sottoscrizione ci sarebbero i deputati Federica Dieni e l’ex-sottosegretario Mattia Fantinati. Nessuno di loro rende dichiarazioni ai giornalisti, ma lo psicodramma si consuma lungo il canale della chat interna. È da lì, infatti, che Fantinati ha lanciato l’assalto con parole inequivocabili e con tanto di punto esclamativo: «Il direttivo di ora deve prendere atto delle cose sono successe e della sua incapacità di gestione e rappresentanza del gruppo!». Non è il solo a sfogarsi per linee interne. Nel mirino dei dissidenti figura soprattutto il reggente dei Cinquestelle, Vito Crimi. E questo da ragione a chi dice che non sia solo una questione di poltrone ma anche di alleanze.
Rivolta capeggiata dai Cinquestelle “sovranisti”
A protestare, infatti, è l’ala “sovranista“, nostalgica dell’intesa con la Lega. A guidarla è Raphael Raduzzi. È uno dei parlamentari allontanati a viva forza dalla commissione Finanze, dove la fronda pentastellata ha provato fino all’ultimo ad impedire l’elezione alla presidenza del renziano Luigi Marattin. Nel frattempo, si sono polemicamente dimessi Leonardo Donno e Davide Tripiedi, rispettivamente da capogruppo in commissione Bilancio e da vicepresidente della commissione Lavoro. Stessa musica al Senato. Qui a scaldare gli animi è la commissione Sanità, affidata a Italia Viva, tra le proteste della senatrice Mariolina Castellone. «La scelta di ieri – ha postato su Fb – è la riprova che in fondo della sanità continua ad importare poco a tutti». Sottinteso: Cinquestelle compresi.