Zangrillo ribadisce: “Non sono Nostradamus, ma per me il Covid 19 è morto”
“Il coronavirus è clinicamente morto”. Il professore Alberto Zangrillo ha ribadito la sua tesi da Nicola Porro a Quarta Repubblica, in diretta su Rete4. “Ho solo detto quello che tutti i clinici d’Italia osservano – spiega il primario della terapia intensiva del San Raffaele di Milano – il virus non è mutato, ma gode di una sorte di immunità ci limitiamo ad osservare i fatti”. Zangrillo analizza i numeri che vediamo oggi e ribadisce la sua convinzione. “Ci dicono che stiamo vincendo la nostra battaglia. La paura era giustificata, io ho avuto molta paura, ora dobbiamo uscirne e siamo sulla buona strada”. https://www.youtube.com/watch?v=ZI0CNMT6JRI
Zangrillo da Porro
L’intervento del primario milanese ha toccato inevitabilmente la guerra dialettica con il comitato tecnico scientifico. L’organismo istituzionale lo ha trattato come se fosse un visionario. Eppure, diversi virologi hanno sposato la sua tesi: “Io ho il massimo rispetto per il comitato, anche se alcune indicazioni mi sono sembrate indigeste, l’apice dell’eccellenza sanitaria l’abbiamo toccato in Lombardia”.
Lo storytelling apocalittico del Cts
Inoltre il luminare milanese ha smontato la narrazione apocalittica degli esperti del governo sulla inevitabile seconda ondata del virus in autunno: “Non sono Nostradamus, non ho la sfera magica. È come dire che a Sant’Ambrogio a Milano nevicherà. – dichiara -Noi immaginiamo che la seconda non ci possa essere: sappiamo che i Betacoronavirus che abbiamo conosciuto in precedenza non hanno fatto danni in autunno. Speriamo che questo Betacoronavirus particolarmente fastidioso si comporti allo stesso modo. Nessuno può dirlo, il virus ci ha già sorpreso una volta, speriamo lo faccia positivamente in autunno”.
Ministero della Salute diviso: Sileri con Zangrillo, Zampa no
Il viceministro Sileri è sembrato convito dalle posizioni espresse dal primario del San Raffaele: “Io sono d’accordo con Zangrillo, negli ospedali non arrivano più malati gravi. La paura deve essere sostituita dalla sicurezza”. Tuttavia, il ministero della Salute e il sottosegretario Zampa sono intervenuti con una nota per una vera e propria “scomunica” del professore. Il governo dimostra di avere poche idee. E confuse.
Zangrillo parla della realtà di oggi (al momento il virus non determina più frequentemente casi molto gravi o mortali) ed esprime una speranza per domani (probabile assenza di una recrudescenza autunnale) ma ribadisce (“la paura era giustificata, io ho avuto molta paura”) la pericolosità della precedente situazione pandemica, alla base degli interventi restrittivi consigliati da CTS. Il problema dei suoi interventi è di tipo psicologico perché in un momento di apertura alla socialità nelle sue varie espressioni il suo approccio potrebbe indurre ad un completo rilassamento con la scomparsa di qualsiasi atteggiamento di prevenzione socio-sanitaria in un momento di svolta in cui, in realtà, non sappiamo quale possa essere l’evoluzione del fenomeno. Tra l’altro riferite nell’edizione di ieri che abbia erroneamente affermato che la precedente epidemia (la SARS, mortalità superiore al 30%) sia “scomparsa per sempre”, mentre nel 2019 sono stati riportati oltre 150 casi con un picco nel mese di febbraio (https://applications.emro.who.int/docs/EMCSR254E.pdf?ua=1&ua=1) e nuove positività in ogni mese dell’anno e nel 2020 circa 15 casi al mese tra gennaio e marzo (https://www.who.int/csr/don/05-may-2020-mers-saudi-arabia/en/) con casi riportati anche ad aprile e maggio (https://www.who.int/csr/don/archive/year/2020/en/). In altre parole la prevenzione è necessaria di fronte alla nostra reale ignoranza sui possibili scenari.