Usa, decapitare le statue non cancella la storia. Qualcuno lo spieghi anche a Mrs. Nancy Pelosi
In principio furono Massimo Troisi e Roberto Benigni. Ricordate quando in Non ci resta che piangere volevano fermare Cristoforo Colombo per impedirgli di scoprire l‘America e salvare così i Pellerossa? Semplicemente geniali. Persino profetici, sebbene a loro insaputa. E sì, perché mai avrebbero immaginato che quel film del 1984 (data orwelliana) avrebbe trovato un fanatico sequel nella decapitazione delle statue erette negli States a imperitura gloria del navigatore genovese. Con la differenza che mentre nel film i due comici si ritrovano misteriosamente catapultati nel 1492, gli attuali detrattori di Colombo, in quell’ultimo scorcio di medioevo, sono tornati sulle proprie gambe. E, per giunta, armati della pretesa di stabilire ora per allora che cosa sia giusto e cosa no.
Cristoforo Colombo nel mirino dei progressisti
Una roba che farebbe impallidire persino i Talebani distruttori delle statue del Buddha in Afghanistan. Questi, almeno, poggiavano la loro feroce stupidità sull’interpretazione di testi religiosi. Al contrario, nelle gesta dei loro emulatori occidentali non c’è traccia di sacro. Ad intossicarli sono solo i fumi dell’ideologia del politically correct, aggravata dall’isteria da caccia alle streghe tipicamente americana. Non per caso, gli iconoclasti hanno subito trovato uno sponsor istituzionale in Nancy Pelosi, speaker della Camera e nemica giurata di Trump. Anzi, ne è la portabandiera avendo lei, sin dal 2007, chiesto la rimozione dal Campidoglio delle undici statue erette in memoria dei leader degli Stati schiavisti del Sud dopo la Guerra di Secessione.
La speaker della Camera: «Via le statue dei razzisti Confederati»
Un segnale di pacificazione nazionale che oggi, a distanza di un secolo e mezzo da allora, questa acida e rancorosa partigiana squalifica come «tributo all’odio». Fosse per lei, chissà, abbatterebbe anche il Colosseo per essere stato teatro del martirio dei cristiani. O forse no, dal momento che fu proprio in nome del loro sangue che – sulla rotta di Colombo – i Pizzarro e i Cortes trasformarono le spade dei Conquistadores in altrettanti crocifissi, risparmiando dalla furia delle loro lame solo gli Indios disposti ad inginocchiarsi. Piaccia o non, la storia dell’Occidente è anche questa. La notizia è che non si può cambiare. Neanche abbattendo le statue di quanti qualche pagina di quel libro, nel bene e nel male, l’hanno scritta.
No comment.
Solo un’altro soggetto che dovrebbe fare la nonna.
Ai nostri nipoti o bis nipoti gli leggeremo qualche linea di storia per addormentarli, ma non potremo mostrargli le cose come erano.
Peccato, cosi va oggi il Mondo, io direi fermatemelo un secondo che scendo.
Ricorderei alla Signora Pelosi che con quel cognome lei non sarebbe nata in USA se Colombo non l’avesse scoperta.
HBO ha cancellato dai suoi film Via col vento. E perchè non anche il buio oltre la siepe e tutti i film che G. Hachman e W. Dafoe hanno girato sul razzismo del Sud , compreso Indovina chi viene a cena?
La sinistra “pacifista” è ovunque la stessa.
Sono segnali funesti: Nancy Pelosi = Laura Boldrini, è cone dire l’anarchia al potere!
Sobillare l’incessante spostamento d’immigrati economici, contribuisce a disorganizzare il sistema produttivo mondiale a disincentivare l’occupazione e a creare tensione tra le forze economiche e sociali. La crisi sarà superata, anche in Italia, se cesserà totalmente (Mak”0″) l’arrivo indesiderato e surrettiziamente incoraggiato di africani, balcanici, latinos e indiani. Quindi resta tutta da chiarire la sbandierata convenienza millandata dal PD (Tito Boeri) – SEL (Laura Boldrini).
Attenzione oggi siamo 7 miliardi d’individui, nel 2050 saremo 9 miliardi!
Precedenza assoluta, alla limitazione della crescita esponenziale della popolazione dell’africa equatoriale. Nessun dorma! Per l’ordine e la disciplina in Europa, l’UE istituisca una commissione e una polizia federale, ambedue proposte da Antonio TAJANI.
Roba da matti!!!!!!
Peggio della Boldrini. E’ proprio vero che “il peggio non è mai morto”.
bell’articolo , ben scritto e comunicativo .