Terremoto in Regione Toscana: il governatore Rossi indagato per un appalto da 4 miliardi

17 Giu 2020 11:01 - di Viola Longo
rossi

Un terremoto si abbatte sulla giunta di centrosinistra della Regione Toscana, uno degli ultimo “baluardi” di quel che resta delle regioni rosse: il governatore Enrico Rossi è indagato per una gara per il trasporto pubblico locale da 4 miliardi. L’avviso di garanzia gli è stato recapitato nella serata di ieri. Stamattina lo stesso Rossi lo ha commentato con un lungo post su Facebook, parlando di accuse “infamanti e ridicole” e presentandosi come vittima. L’indagine ha preso le mosse da un esposto delle imprese che hanno perso la gara e che hanno chiesto di fare chiarezza su un procedimento nel quale hanno ravvisato irregolarità. Rossi si è però scagliato l’azione giudiziaria minacciando “querele per i calunniatori”. L’inchiesta, ha lamentato l’esponente Pd, mette “sotto accusa oltre a me, l’intera commissione regionale e i dirigenti del settore mobilità”.

Le accuse a Rossi e agli altri indagati

Con Rossi ci sono altri sei indagati: due funzionari della Regione e quattro membri della commissione giudicatrice, secondo quanto riferisce il quotidiano La Nazione. Le accuse ipotizzate a vario titolo sono falso, abuso di ufficio, turbativa d’asta, induzione a promettere o dare utilità. Al centro dell’inchiesta c’è il bando da 4 miliardi in 11 anni vinto da Autolinee Toscane, del gruppo francese Ratp, che ha avuto la meglio sul consorzio di imprese locali Mobit. Secondo Rossi, l’esposto sarebbe un “colpo di coda per bloccare le regolari procedure”. Inoltre, il governatore ha ricostruito l’accusa nei suoi confronti dicendo che “per quanto mi riguarda l’accusa è aver rilasciato, il 13 novembre 2015, dichiarazioni sull’esito provvisorio della gara, prima della sua conclusione formale”, la quale però – è la sua difesa – “già da un mese era di pubblico dominio”.

Il contenzioso con Mobit

L’esposto in Procura è arrivato dopo una serie di ricorsi di Mobit rigettati dalla giustizia amministrativa. Ma “i temi del ricorso amministrativo sono in larga parte diversi da quelli dell’esposto penale”, ha spiegato l’avvocato Pier Matteo Lucibello, rappresentante legale di Mobit. Tra le anomalie segnalate negli esporti, secondo quanto riportato ancora da La Nazione, si segnala anche il “doppio ruolo” della figura di Marco Gorelli. Oggi è consulente dei vincitori del maxiappalto, ma è stato tra coloro che hanno contribuito a bandire la gara, studiando per conto della Regione l’opzione “lotto unico”, poi adottata. Gorelli, benché oggetto di sequestri, non è indagato.

FdI: “Una vicenda piena di ombre”

“Vergogna in Regione Toscana. Il maxi appalto da 4 miliardi assegnato ai francesi (e già questo grida vendetta) finisce sotto inchiesta, indagato anche il governatore di sinistra. I cittadini toscani meritano di meglio!”, ha commentato Matteo Salvini.  E se il Pd si schiera al fianco del governatore indagato, di “accusa pesante” ha poi parlato il senatore di FdI, Patrizio La Pietra. “Fratelli d’Italia ha sempre ritenuto che aver voluto una gara con un lotto unico per tutta la Regione è stata un errore”, ha proseguito La Pietro, sottolineando che per Rossi “sul piano politico la caparbietà e l’arroganza nel difendere la posizione senza mai cercare una soluzione di buon senso”. “Vedremo – ha commentato La Pietra – quali saranno gli esiti dell’inchiesta, ma è evidente che le ombre che si allungano sulle tante vicende della gara lasciano un segno pesante sulle procedure e sulla posizione di Rossi”.

Commenti

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  • Pino 17 Giugno 2020

    Strano, molto strano, con quello che striscia da tempo nel settore delle cliniche private e nelle femminili partecipazioni alle stesse drenando denaro a strutture e medici viene scelta la strada più altisonante tenendo sotto silenzio la parte più oscena alla pubblica sensibilità ?