Roma, le Sardine tornano in piazza. La Digos schederà anche Santori e compagni?

6 Giu 2020 12:41 - di Valerio Falerni
sardine

Si terrà a Piazza del Popolo la manifestazione romana di domenica prossima organizzata da “6000 Sardine” per ricordare George Floyd, l’afroamericano ucciso da un poliziotto a Minneapolis, negli Usa. Lo ha deciso per motivi di sicurezza la questura, preventivando la partecipazione di molte persone. Una previsione cui non è certo estranea l’annunciata marea di sigle che ha condiviso e patrocinato l’iniziativa. È persino scontato immaginare che la piazza di domenica mattina sarà utilizzata dal mainstream cultural-giornalistico per opporla a quella mobilitata unitariamente qualche giorno fa dal centrodestra. Facile immaginare la riproposizione del  solito schema buoni-cattivi che ci allieta (si fa per dire) ormai da decenni.

La questura dirotta il corteo a Piazza del Popolo

C’è solo da auspicare che analogo (e odioso) doppiopesismo non contagi anche chi impartisce disposizioni alle forze dell’ordine, consentendo anche in questo caso alla Digos identificare eventuali manifestanti privi di mascherina. Esattamente com’è accaduto con il corteo guidato da Salvini, Meloni e Tajani il 2 giugno. Né più né meno. Si obietterà che dal giorno dopo sono venuti meno molti divieti, a cominciare da quello relativo alla mobilità tra le regioni, ma è altrettanto vero che l’imperativo categorico resta quello di non abbassare la guardia. Sotto il profilo politico, la manifestazione di domenica prossima segna il ritorno in campo delle Sardine dopo un letargo politico di ben tre mesi, durante i quali più d’un osservatore aveva persino ipotizzato che si fossero estinte.

Sardine stampelle del governo

Ma non è così. Forse lo saranno presto se continueranno a praticare la tattica dello struzzo. Il ruolo di “riservisti” a disposizione del governo alla lunga rischia di logorare. A maggior ragione in una situazione come l’attuale in cui la distanza tra gli annunci di Palazzo Chigi e la realtà comincia a farsi siderale. Scendere in piazza non per reclamare sostegno al lavoro, allo sviluppo e al rilancio, bensì per un brutale omicidio consumato dall’altra parte dell’Atlantico ha tutto il sapore di un tentativo di distrazione di massa. Che le Sardine fossero destinate a fare da stampella di governi traballanti, è tutto da dimostrare. Che a questo si siano realmente ridotte, è verità non più negabile.

Commenti

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  • Stefano 6 Giugno 2020

    le sardine sono buone solo se vengono cucinate, quelle che protestano fanno un po’ sch..fo anche cucinate