Pamela Mastropietro, nuovo sfregio alla sua memoria: archiviate le accuse di stupro
La Procura di Macerata ha archiviato le indagini su due uomini, che erano accusati di aver violentato di Pamela Mastropietro alla vigilia del suo omicidio, il 30 gennaio 2018. Il primo, un 50enne di Mogliano, aveva dato un passaggio in auto alla ragazza allora 18enne, dopo che si era allontanata dalla comunità Pars di Corridonia, dove si trovava in cura, l’altro un tassista di origini argentine che la avrebbe ospitata a casa sua la notte del 29 gennaio. Erano accusati di aver avuto rapporti sessuali con la ragazza approfittando del suo ‘evidente stato di difficoltà’ e di ‘minorata difesa’.
“Sostanzialmente la motivazione è il difetto di querela che, essendo maggiorenne, solo Pamela avrebbe dovuto presentare – spiega all’Adnkronos lo zio e avvocato di famiglia, Marco Valerio Verni – Nessun altro, né l’amministratore di sostegno, né la nonna o un eventuale curatore speciale, avrebbe potuto farlo se non lei stessa, uccisa però in via Spalato il giorno dopo la violenza”.
L’amarezza dei familiari di Pamela Mastropietro
Il vuoto normativo da colmare
Conclude Verni: “Rivolgiamo un appello a tutte le forze politiche – così l’avvocato Verni – affinché, nelle opportune sedi, si colmi questo vuoto, di modo che, nella malaugurata ipotesi dovesse ripresentarsi un episodio simile, non venga negata ai familiari la possibilità di adire autonomamente le vie giudiziarie, per indagare fino in fondo l’eventuale commissione di un reato così grave ai danni di un loro caro. Un caso difficilissimo da replicarsi, fortunatamente, ma che è capitato e che, dunque, deve servire in qualche modo da ‘leading case’ nell’ottica della futura produzione normativa, affinché non accada ad altri. Che la vicenda di Pamela serva anche a questo”.