Iva, il governo si divide sui tagli alle aliquote. Intanto crollano i consumi: a maggio -30%
E meno male che gli Stati Generali dell’economia dovevano servire a schiarire le idee del governo su come affrontare la “fase 3“, quella del rilancio dopo il lockdown. Non se ne è ancora spenta l’eco e già nella maggioranza giallo-rossa si danno botte da orbi. La contesa ora è sull’Iva. Il M5S vorrebbe abbassarne l‘aliquota per rilanciare i consumi (-30 per cento a maggio) mentre Pd e Italia Viva sono ferocemente contrari. Per i primi è intervenuto il reggente Vito Crimi, che ha poi lasciato a Laura Castelli il compito di dettarne il timing dalle colonne di Repubblica.
M5S contro Pd e Italia Viva
Secondo la viceministra «la sede più corretta» per effettuare il taglio delle aliquote «è sicuramente la prossima legge di bilancio». Significherebbe Iva ridotta a partire dal prossimo primo gennaio. La Castelli la definisce «una misura temporanea, con un orizzonte di due anni». L’ottimismo della grillina cozza però contro il muro eretto da Pd e Iv, di cui dà invece conto il Messaggero. «Si tratta di un’operazione decisamente complessa», mette le mani avanti Antonio Misiani, contraltare dem di Laura Castelli. «Ogni punto in meno dell’aliquota ordinaria del 22 per cento – spiega – costa 4,5 miliardi all’anno e 3,1 per cento ogni punto dell’aliquota ridotta del 10 per cento».
I renziani: «Ridurre il cuneo fiscale, non l’Iva»
Un vero bagno di sangue per le entrate dello Stato. E Misiani lo sottolinea in maniera molto esplicita: «Si dovrebbe investire una quantità di risorse molto ingente». Per Luigi Marattin, responsabile economia di Italia Viva, le risorse per fare un intervento di tagli vanno concentrate su un solo obiettivo. E giudica «non possibile» intervenire contemporaneamente su Irap, Irpef o Iva. La nostra opinione – conclude Marattin – è che occorra intervenire sul lavoro, tagliando il cuneo fiscale con la riforma dell’Irpef», perché «un abbassamento temporaneo dell’Iva non avrebbe alcun effetto sull’aumento dei consumi».
il taglio dell’iva sarà un ulteriore spreco di risorse, saranno dati pochi spiccioli e poi chi mi dice che i prezzi non resteranno uguali e la differenza la incasseranno i commercianti per pagare l’arretrato dal coranavirus.
Invece perchè non abbassare le aliquote irpef per mettere più soldi nelle tasche dei lavoratori e dei pensionati.
Questi fanno solo proclami per tirarla alle lunghe con la speranza che la gente ne esca da sola.
Il pavone (Conte) è solo un povero tacchino con tutto il suo contorno di galline.