Erik il Belga, addio al più celebre falsario e ladro d’arte a capo di una banda di ex-mercenari
Era talmente noto per la sua abilità furfantesca e truffaldina presso tutte le polizie di mezza Europa che per le forze dell’ordine era semplicemente “Erik il Belga“.
Il belga René Alphonse Van Der Berghe, uno dei più famigerati ladri, trafficanti d’arte e falsari di dipinti celebri, è morto ieri, venerdì 19 giugno, all’età di 81 anni in un ospedale di Malaga, sulla Costa del Sol, in Andalusia.
Lo riferisce la stampa spagnola citando la moglie, l’avvocato Nuria Gutiérrez de Madariaga, che ha Europa Press ha detto: “ha condotto una vita molto bella e molto attiva”.
Di lui si racconta che ha avuto sette matrimoni e sei figli. Tutti nati da madri diverse.
Erik il Belga, al secolo Van Der Berghe, è stato uno dei più ricercati ladri di opere d’arte del XX secolo.
Ha messo a segno centinaia di colpi in “guanti bianchi”, rubando migliaia di preziosi dipinti da collezioni private e da chiese di 11 Paesi europei.
Solo in Spagna, dal 1975 al 1982, commise oltre 60 furti appropriandosi di almeno 6.000 pezzi pregiati.
Grazie anche agli studi presso la Scuola di Belle arti di Bruxelles, Van Der Berghe è stato l’artefice di un incredibile lavoro di falsificazione di quadri d’autore di ogni epoca e stile, svolta insieme a una spregiudicata attività di antiquario d’arte sacra.
Erik il Belga fu arrestato per la prima volta nel 1965 in Belgio. E, poco dopo, la condanna, approfittando di un permesso, si dette alla latitanza.
Formò una banda di ladri professionisti, anche con ex-mercenari, che si dedicarono a una lunga serie di colpi in mezza Europa. Senza mai usare violenza. E innescando un continua caccia all’uomo da parte delle polizie di varie nazioni.
Nel 1975 Erik il Belga si trasferì in Spagna. Dove, oltre a compiere una serie ininterrotta di furti, si mise anche a trafficare come antiquario ricettatore e falsario.
Nel 1982 venne arrestato dalla polizia di Barcellona. E, dopo tre anni di carcerazione preventiva, venne condannato a 7 anni di libertà vigilata.
In Tribunale venne difeso dall’avvocato Nuria Gutiérrez de Madariaga (nella foto). Che prese a cuore il destino del malfattore belga, diventandone, in seguito, la sua settima moglie.
Ed è stata lei la protagonista dell’ultima parte della vita di “Erik il Belga“, una storia di redenzione.
Smessi i panni del ladro, Erik il Belga tornò a coltivare la passione del pittore, dipingendo quasi esclusivamente soggetti sacri. E, spesso, anche regalandoli a chiese e conventi.
Nel 2016 a Marbella, dove viveva da diversi anni, ha esposto in una mostra le sue copie di capolavori dell’arte, dalla Gioconda di Leonardo da Vinci a Caravaggio.
E, oramai alla fine della sua avventurosa carriera di ladro, falsario e trafficante d’arte, ha fatto il gesto che lo ha redento. E ha donato la sua collezione di imitazioni d’autore a un piccolo municipio dell’Andalusia