Baisovizza, omaggio ai terroristi slavi e schiaffo all’Italia: il Quirinale smentisca questa pagina infame
Come avevamo anticipato pochi giorni fa sul Secolo d’Italia, puntualmente si avvera quanto denunciammo. In cambio di un tardivo inchino sulla foiba di Basovizza del Presidente sloveno Pahor, si mercanteggia la dignità nazionale: ecco allora la “restituzione” – non dovuta – di un edificio bruciato 100 anni fa, il Balkan; e un omaggio da parte del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella a 4 terroristi slavi. Membri del Tigr (acronimo di Trst, Istra, Gorica, Rijeka: organizzazione che mirava all’annessione delle nostre terre orientali alla Jugoslavia); fucilati nel 1930 a seguito di condanna per una serie di attentati dinamitardi, incendiari e omicidi.
Il tutto, è chiaro, servirà solo a coronare la ricostruzione ideologica e giustificazionista per cui le foibe sono state il risultato del fascismo e delle responsabilità storiche italiane. Si noti la cronologia: 1920 (anche se c’era Giolitti), 1930, 1945. Nessuno chiede scusa per le decine di migliaia di esuli italiani. Nessuno restituisce un mattone delle case ad essi rubate, le migliaia di morti innocenti infoibati vengono “parificati” a quattro terroristi infami.
Riabilitazione dei terroristi comunisti
Non è questa la tesi o la ricostruzione soggettiva di chi scrive. Lo ha detto ieri, apertis verbis, il Presidente della Repubblica slovena Borut Pahor, in un’intervista sulla tv nazionale di Lubiana. Rispondendo ad una precisa domanda ha smentito che il suo omaggio come primo presidente sloveno alla foiba di Basovizza sia un “favore all’Italia”: soprattutto perché contemporaneamente “Mattarella sarà il primo presidente italiano a deporre una corona agli eroi (sic) di Basovizza. Formalmente e dal punto di vista legale per le leggi italiane essi sono considerati di base come terroristi. Ma questo gesto deve essere considerato come un atto silenzioso di riabilitazione politica dei membri del Tigr e di quei combattenti antifascisti attivi anche prima dell’inizio della seconda guerra mondiale”.
Questo dice tutto, il Quirinale ci smentisca. In attesa delle prossime richieste slovene che possiamo già anticipare: bilinguismo a Trieste e Gorizia e seggio garantito al Parlamento italiano alla minoranza slovena. Povera Patria…
Un gesto assolutamente scorretto