Aboubakar, la nuova icona della sinistra, pupillo di Lerner Fazio e Saviano
Promosso de facto idolo della sinistra, nel giro di appena poche ore Aboubakar Soumahoro, l’uomo che ieri si è incatenato a Villa Pamphili, ha ottenuto stime incondizionate. Ha ottenuto un incontro con il premier Conte e si è guadagnato l’applauso delle sardine. Cosa ha fatto per ottenere tutto questo credito?
Aboubakar Soumahoro, quarantenne ivoriano si definisce “Attivista sociale e sindacale”. Arrivato in Italia alla fine degli anni Novanta, ha lavorato come bracciante e muratore; si è laureato in Sociologia. Tesi: la condizione dei lavoratori immigrati. Fosse per lui regolarizzerebbe tutti i migranti, clandestini e non, che sono in Italia. Ed è uno che diche chiaro e tondo che la sanatoria Bellanova non basta. Conduce le sue battaglia nelle file dell’Asia Usb, sindacato di estrema sinistra, legato ai movimenti di lotta per la casa. Diventa anche Leader dei “Sans Papiers” che nel 2015 sotto la sua guida e quella dei centri sociali hanno sostenuto i profughi che cercavano no di attraversare illegalmente il confine italo-francese.
Bersaglio numero uno, elementare a dirsi, sono i decreti sicurezza di Salvini. Per strani casi della storia, sembra dunque in grado di dettare l’agenda di Conte, visto che il l premier modificherà i decreti voluti dall’ex ministro degli Interni Salvini , ha dichiarato. Decreti votati anche dallo stesso premier, ricordiamolo. Per questo suo curriculum si guadagnò il plauso di Gad Lerner. “La sinistra ha bisogno di tanti Soumahoro“, scrisse il giornalista. Erano i tempi della disobbedienza “civile, di Mimmo Lucano contro Salvini, per intenderci. Che lui appoggiò, ovviamente. Guadagnandosi stime incondizionate, da Saviano in primis, e poi da Fabio Fazio. Proprio da questo pulpito da Che Tempo che Fa, più volte ha cannoneggiato contro e la sua politica migratoria ai tempi del governo gialloverde. “Un Salvini nero non può esistere, noi siamo buoni”, ha dichiarato poco tempo fa al Fatto Quotidiano.
Il selfie col Papa
Ricordiamo he il volto di Aboubakar campeggiava accanto a quello di Salvini nella memorabile – si fa per dire – copertina dell’Espresso con il titolo “Uomini e no”. L’incatenamento a Villa Pamphili è solo uno dei suoi gesti eclatanti. Nel dicembre 2018 – ricorda il Giornale – si mise alla testa del corteo dei migranti per chiedere la cancellazione del primo decreto sicurezza. Un anno fa ha occupato la Basilica di San Nicola a Bari con un gruppo di circa 60 braccianti per protestare contro le condizioni di lavoro degli immigrati nei campi. Pochi mesi prima anche un selfie con Papa Francesco, nel giorno della festa dei lavoratori. “Vai avanti, non fermarti”, gli avrebbe detto il Pontefice.
“Salvini? Venisse a lavorare nei campi”, aveva dichiarato un mese fa all’Huffington Post Eppure oggi il provvedimento della Bellanova non gli basta più. Ha chiesto “fatti concreti” , ossia l’abolizione dei decreti sicurezza e la concessione del permesso di soggiorno a tutti gli stranieri irregolari. Durante l’incontro Conte gli avrebbe garantito che “interesserà il governo per la regolarizzazione di tutti gli invisibili, concedendo il permesso di soggiorno per emergenza sanitaria convertito per attività lavorativa”. Tradotto, significherebbe aprire i porti alle navi cariche di rifugiati.
Per la sinistra radical chic è musica celestiale e per l’occasione si fanno vive le sardine: “Questo è l’inizio di quella grande ‘coalizione’, dialogo e speranza che auspichiamo da mesi” – ha annunciato la portavoce Jasmine Cristallo. Poi si fa vivo Fazio che gli ha mandato “un abbraccio” esprimendo “solidarietà” alla sua causa. Poi arriva anche l’elogio del sindaco di Milano, Beppe Sala, che ha raccolto l’hashtag #iostoconaboubakar: “perché la vita è fondata sul lavoro degno, che ha alla base diritti e salari equi”.
ma in costa d’avorio uno che raccoglie cipolle non ne hanno bisogno?????
Proprio da noi lo dovevano mandare, questo uomo dipinto!!!!!