Virus, l’allarme della Caritas: «È già emergenza sociale: il numero dei poveri è raddoppiato»
L’effetto virus è già qui. L’altra faccia, quella economico-sociale dell’emergenza sanitaria, comincia già a manifestarsi in tutta la propria virulenza. Infatti, il numero delle persone in difficoltà che si rivolge per la prima volta ai centri della Caritas è raddoppiato rispetto al periodo pre-emergenza. Non chiedono solo aiuti in denaro, ma anche cibo e indicazioni per le pratiche di sostegno e per trovare lavoro. Meno male che in parallelo cresce anche il numero dei volontari under 34 anni. Sono alcuni dei dati dell’indagine emersi da un questionario destinato ai responsabili Caritas. Una “mappa“, con cui l’organizzazione ha cercato di tracciare il cambiamento nei bisogni dei nuovi poveri. Capire come come mutano gli interventi e le prassi operative sui territori. E quale è l’impatto del Covid-19 sulla creazione di nuove categorie di poveri, ma anche su volontari e operatori.
L’indagine della Caritas riguarda il periodo 9-24 aprile
I dati del monitoraggio si riferiscono a 101 Caritas diocesane ,su 218, pari al 46 per cento del totale. La prima rilevazione nazionale riguarda il periodo che va dal 9 al 24 aprile. Il primo dato è quello del raddoppio delle persone in stato di bisogno. Cresce la richiesta di beni di prima necessità, cibo, viveri e pasti a domicilio, empori solidali, mense, vestiario, ma anche la domanda di aiuti economici per il pagamento delle bollette, degli affitti e delle spese per la gestione della casa. Nel contempo, aumenta il bisogno di ascolto, sostegno psicologico, di compagnia e di orientamento per le pratiche burocratiche legate alle misure di sostegno e di lavoro.
Cambia la “mappa dei bisogni”
Il mutare dei bisogni e delle richieste ha imposto nuove risposte. In particolare, i servizi di ascolto e accompagnamento telefonico che hanno fatto registrare 22.700 contatti registrati o anche in presenza negli ospedali e nelle Rsa. La fornitura di pasti da asporto e consegne a domicilio ha riguardato invece più di 56.500 persone. Ben 290mila hanno invece ricevuto dispositivi di protezione individuale. Occorre poi aggiungere l’acquisto di farmaci e prodotti sanitari e la rimodulazione dei servizi per i senza dimora. Ma attivi sono stati anche i servizi di supporto psicologico e le iniziative di aiuto alle famiglie per il telelavoro e la didattica a distanza. Così come gli interventi a sostegno delle piccole imprese e l’accompagnamento all’esperienza del lutto. La Caritas ha messo in campo anche attività di sostegno per nomadi, giostrai e circensi costretti alla stanzialità