Vigilessa interrompe il funerale al cimitero. La mamma della defunta: nessun rispetto del dolore
In tempi di coronavirus succede anche questo: che non si possa neppure morire in pace. O quanto meno, dire addio a un caro da cui ci sta congedando per sempre. E l’incredibile conferma arriva da Lecce, dove – come riferisce Il Giornale in queste ore – una vigilessa armata di blocco per gli appunti e indefesso zelo, con la motivazione dei controlli imposti dalla pandemia, ha interrotto le celebrazioni funebri di una giovane donna di 32 anni a cui la famiglia stava dicendo addio. Immediata scoppia la polemica. La mamma della defunta non ci sta: e scrive una infuocata lettera al sindaco.
Lecce, vigilessa interrompe il funerale al cimitero
Familiari e amici sono attoniti. Sgomenti. non riescono a credere ai loro occhi e alle loro orecchie. La lor Silvia, appena 32anni, se n’è andata dopo aver tenacemente combattuto per due lunghi ed estenuanti anni contro una rara malattia. e tutte le persone che le hanno voluto bene si sono ritrovate al cimitero per dedicarle un ultimo, commosso saluto. per questo, quando la vigilessa irrompe al cimitero e si dirige proprio verso di loro, interrompendo la funzione, i presenti provati dal dolore e stupiti da quel maldestro e inopportuno intervento, stentano a credere a quello che sta accadendo nel piazzale del cimitero di Lecce. Il sacerdote e tutti i presenti garantiscono che le distanze di sicurezza e tutte le dovute cautele anti-contagio sono rispettate. Assicurano attenzione e rispetto delle norme cautelative. Ma alla vigilessa, evidentemente, tutto questo non basta… E blocco per appunti e penna nelle mani, passa a controllare e a identificare uno a uno tutti i partecipanti al funerale… Come se si trattasse di un assembramento illecito…
La mamma della defunta, indignata, scrive al sindaco
Per la mamma della cara estinta, un fatto del genere è inaccettabile. Decide così di armarsi di foglio e penna anche lei. E di scrivere al sindaco di Lecce. Oltre che di pubblicare la sua lettera di denuncia e di dolore sulla propria pagina Facebook. Una missiva in cui la donna, distrutta dal dolore e sconcertata da quanto accaduto al cimitero, mette nero su bianco che: «Non è accettabile che avvenga tutta questa persecuzione durante la celebrazione della messa del funerale di mia figlia Silvia. Che ha già dovuto sopportare in vita atroci sofferenze e non trova pace nemmeno nel cimitero durante il suo ultimo saluto da parte dei congiunti che educatamente erano a 3-4 metri uno dall’altro all’aperto». Quind la donna, evidentem,ente turbata e indignata prosegue: «Continuare imperterrita a disturbare per chiedere nome e cognome col taccuino in mano mentre il dolore per la perdita della figlia ti attanaglia è veramente deplorevole e squallido».
La vigilessa rispetta i decreti del governo e non il dolore di una famiglia
E poco dopo aggiunge amareggiata: «Allora credo signor Sindaco che la prima cosa che manca a questa vigilessa non sono l’apprendimento delle regole del Decreto. Ma le basi più elementari della buona educazione. Del rispetto del dolore atroce per la perdita di una figlia. Del rispetto per la celebrazione funebre. E poi non può avere libero arbitrio di modificare le regole a suo piacimento», conclude la donna esacerbata. tutto sacrosanto. Eppure questa “solerte” vigilessa arriva ben ultima, al termine di una lunga ed inaccettabile serie di episodi di questo tipo. Come ricorda opportunamente il quotidiano diretto da Sallusti, nel caso, avvenuto sempre a Lecce, di «un’altra vigilessa ha trattenuto un medico per un controllo mentre questo si stava recando in una clinica per effettuare un intervento chirurgico d’urgenza». O come quando a Soncino (Cremona), i carabinieri hanno fatto irruzione in una chiesa cercando di interrompere la funzione.