Serie A in affanno: la voglia di ripartire c’è, ma i protocolli del Cts rendono tutto più complicato

12 Mag 2020 15:30 - di Redazione
Serie A

Serie A in affanno. Le modifiche richieste dal Cts per gli allenamenti, da lunedì prossimo, fa diventare infatti la possibilità della ripresa del campionato una sorta di percorso a ostacoli. A questo si aggiunge il comunicato congiunto dei ministri dello Sport e della Salute che non lascia dubbi. «..le indicazioni del comitato, che sono da considerarsi stringenti e vincolanti, saranno trasmesse alla Federazione per i doverosi adeguamenti per consentire la ripresa in sicurezza degli allenamenti a partire dal 18 maggio» si legge, tra l’altro nella nota ministeriale in cui spiccano prudenza e obblighi vincolanti. Tutto voluto. E tutto anteposto alla possibilità di ricominciare a giocare. Il Comitato tecnico scientifico è stato implacabile. Intransigente addirittura. Respinto al mittente il protocollo della Federcalcio ritenuto “lacunoso e imperfetto”. Alla Serie A i tecnici hanno posto precisi confini di azione. La Figc, ad esempio, propone in caso di positività di un giocatore di escludere dal gruppo solo chi ha contratto la malattia. Il Cts boccia questa possibilità. La linea da seguire resta una soltanto: l’intera squadra va in quarantena (per 14 giorni) se anche un solo calciatore dovesse risultare positivo. In più c’è da notare che per il Cts le misure previste dal protocollo sono sotto la diretta responsabilità del medico sociale. Questo significa che tocca a lui obbligare la squadra all’isolamento e vigilare sul rigoroso rispetto delle regole.

Serie A senza strutture adeguate ai protocolli

Ma non solo di quarantena obbligatoria per la Serie A si tratta. C’è il problema delle strutture idonee. Dal prossimo 18 maggio i giocatori resteranno in ritiro per ben due settimane. Ebbene in Italia solo la Juventus ha a disposizione una struttura attrezzata a garantire l’isolamento. Fatto che coinvolge non meno di 50 persone per ogni squadra. Infine c’è il problema della paura del contagio. Molti sarebbero già i calciatori che non vogliono saperne di riprendere. Seppur nessuno voglia esporsi. Anche per non subire decurtazioni ulteriori di stipendi da parte delle società. L’Inter ha già fatto trapelare disponibilità: chi non se la dovesse sentire, può riprendere dopo. Con calma. Sperando che tutto passi.

 

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