Recovery Fund, l’Austria e i Paesi “frugali” frenano: no alla mutualizzazione dei debiti

23 Mag 2020 15:57 - di Eugenio Battisti

Un Recovery Fund basato su “un approccio prestiti per prestiti” e di natura “temporanea. Una tantum, con una sunset clause esplicita dopo due anni”. A chiederlo sono i Paesi cosiddetti frugali. Olanda, Austria, Svezia e Danimarca. In una bozza del non-paper sull’Mff 2021-27 e sul Recovery Fund. Il documento, ottenuto dall’Adnkronos, è stilato in vista del collegio dei commissari di mercoledì. Chiamato ad approvare la proposta della Commissione sul Recovery Plan.

Recovery Fund, i Paesi frugali frenano

Il non-paper, due pagine, ribadisce le posizioni tradizionali dei Frugali, Olanda e Austria in testa. “Non possiamo concordare su strumenti o misure che portino alla mutualizzazione del debito. Né a significativi incrementi del bilancio Ue”, scrivono. Francia e Germania, al contrario, hanno aperto a 500 mld di trasferimenti. I Frugali citano solo “prestiti”, in linea con le posizioni già espresse. Scettici e rigoristi. Come aveva già fatto capire il premier olandese Mark Rutte. Il documento premette che “la crisi della Covid-19 colpisce duramente tutti gli Stati membri. Socialmente e finanziariamente. E’ nell’interesse di tutti riportare la crescita in tutti gli Stati membri il più presto possibile. Ciò richiede solidarietà europea e una strategia comune di ripresa”.

I Frugali concordano quindi sulla necessità del fondo, “per sostenere la ripresa economica . E la resilienza dei servizi sanitari davanti possibili ondate future”. Il fondo, sottolineano, si aggiunge ad un Mff “modernizzato”. Al pacchetto da 540 mld di euro già concordato e alle altre iniziative senza precedenti. Iniziative prese a livello di Unione europeo e nazionale. In particolare, rimarcano i quattro Frugali, il fondo dovrà preparare per la prossima crisi. “Un forte impegno per le riforme. E per rispettare le regole di bilancio è essenziale,” si legge. I Frugali sottolineano che un aumento dei contributi all’Ue peserà sui bilanci nazionali. Già messi sotto pressione dalla necessità di combattere la recessione con misure espansive. I fondi, quindi, devono essere diretti a finanziare “le attività che contribuiscono alla ripresa dalla crisi covid. E alla resilienza futura”.

Sì a contributi nazionali mirati

Quindi, secondo i quattro, serve “un bilancio Ue modernizzato”. Le coperture delle spese antipandemia possono essere trovate attraverso “risparmi” nell’Mff. Rivedendo le “priorità” in aree “che hanno meno probabilità di contribuire alla ripresa”. Le spese legate alla Covid-19 vanno “anticipate” ed eventualmente “rafforzate” per aiutare la ripresa. “La nostra posizione sull’Mff è invariata. Continuiamo a richiedere contributi nazionali limitati. E ricordiamo che la logica dietro le correzioni rimane valida”. Dove per correzioni si intendono gli sconti ai contributi al bilancio Ue. Il Consiglio europeo di febbraio sull’Mff era fallito. Proprio per la distanza tra i Frugali e i Paesi che spingevano per un aumento delle spese del bilancio Ue. Per quanto riguarda il Recovery Fund, serve “un’accurata valutazione dei bisogni, che miri ai settori e ai segmenti più colpiti”. Deve essere diretto –  si legge nella bozza – ad attività come “la ricerca e l’innovazione. A una maggiore resilienza nel settore sanitario. E ad assicurare la transizione verde che sostenga le ambiziose agende dell’Ue per il clima, la crescita e il digitale”.

No alla mutualizzazione del debito

Il fondo non deve portare ad alcuna “mutualizzazione del debito”, ribadiscono i quattro. Però dovrebbe concedere “prestiti a condizioni favorevoli a beneficio deli Stati membri in stato di necessità. Per limitare il rischio per tutti gli Stati membri e con solidi incentivi”. Il “rispetto dello Stato di diritto” e la “tutela della spesa dalle frodi” vanno assicurati- Con un “forte coinvolgimento della Corte dei Conti Ue, dell’Olaf e dell’Eppo”, la Procura Ue antifrodi. Nell’ambito dello sforzo per la ripresa, il mercato unico deve essere “ripristinato e approfondito”. Con una “politica industriale e per l’innovazione comune”, fissando un’agenda comune prima del 2021. “Il nostro obiettivo – concludono – è fornire risorse temporanee e dedicate attraverso l’Mff. E offrire prestiti favorevoli a coloro che sono stati più colpiti dalla crisi”.

Commenti

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  • federico 24 Maggio 2020

    Perché mai i Paesi del buon senso, quelli che non hanno “chiuso”, dovrebbero pagare i danni fatti dai nostri governi e governatori diventati dittatorelli, che volevano chiamare l’esercito contro i turisti, si inalberano ogni volta che vedono quattro gatti in giro, magari a distanza ben superiore del metro che ci hanno prescritto, non sono stati nemmeno capaci a procurare mascherine e hanno fatto una strage nelle RSA? O la BCE stampa denaro, o sarà meglio finire commissariati