Quanti morosi tra i grillini. Crimi s’infuria: «O restituite i soldi o scatteranno le sanzioni»

22 Mag 2020 17:41 - di Valerio Falerni
Crimi

Non c’è pace tra i Cinquestelle. Mentre ancora rimbombava l’eco del caso Bonafede, ecco scoppiare quello di Riccardo Ricciardi, il deputato che ieri alla Camera ha mandato in bestia i leghisti spingendoli al limite della rissa. Aveva attaccato frontalmente e (disgustosamente) il vertice della regione Lombardia per la gestione del Covid-19. Un intervento strano e intorno al quale gira più di una leggenda metropolitana, tutte comunque riconducibili a regolamenti di conti tra opposte fazioni grilline. Come se non bastasse, oggi è arrivata la mail con cui il reggente Vito Crimi bussa a denari ricordando ai suoi morosi “portavoce dei cittadini” che devono restituire parte dell’indennità, come da impegno assunto al momento della candidatura.

Crimi ha dato 15 giorni per regolarizzare le posizioni

Un tempo, la cerimonia delle restituzioni era vissuta dai grillini come una festa. Striscioni, poster con tanto di assegno e relativo importo. Giusto per ricordare che i soldi, loro, li prendevano solo per rigirarli al popolo-datore di lavoro. È solo poco tempo fa, ma sembra passato un secolo. Complice anche l’emergenza virus, quella festa, infatti, piace ormai a pochi mentre molti si sono riscoperti improvvisamente con il braccino corto. C’è chi non versa per dissenso politico e chi un poco ci marcia. Fatto sta che la lista degli insolventi si è allungata e Crimi non sa a quale santo votarsi.

Alla piattaforma Rousseau 90mila euro mensili

L’uomo è più paziente di un bove. Si è lamentato per le tante “dimenticanze“, ma poi ha accordato ai ritardatari 15 giorni di tempo per regolarizzare la propria posizione. Non senza aver precisato  di effettuare i versamenti «esclusivamente al Comitato rendicontazioni». Il vero problema legato ai soldi è l’immagine del M5S. Non per caso Crimi ha definito «davvero spiacevole» dover procedere «a sanzioni disciplinari nei confronti degli inadempienti». Tanto più in tempi di virus e di ben magre consolazioni politiche. «Ma – avverte – sarà inevitabile e non sarebbe una bella immagine di noi stessi e del nostro Movimento». La questione è politicamente sensibile poiché parte delle restituzioni, 300 a parlamentare, vanno a finanziare la piattaforma Rousseau. Sono circa 90mila euro al mese. È quello il polmone politico dei Cinquestelle. Senza soldi non respira.

 

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