Pazze regole: dal parrucchiere senza riviste, chiacchiere solo allo specchio…
Il decalogo delle regole imposte dall’Inail agli esercizi commerciali, in vista delle riaperture del 18 maggio, riservano sorprese anche un po’ bizzarre. Come quelle che impone ai bagnini, sui lidi, di non praticare la respirazione bocca a bocca e di non avvicinarsi troppo al bagnate, anche quando questi appaia in condizioni di annegamento. Ma anche sul fronte dei parrucchieri, c’è da leggere con attenzione il codice di c0mportamento.
Dal parrucchiere con tante precauzioni
Sarà obbligatorio fornire al cliente, durante il trattamento/servizio, una mantella o un grembiule monouso ed utilizzare asciugamani monouso; se riutilizzabili, devono essere lavati ad almeno 60°C per 30 minuti. Una volta utilizzati debbono essere posti e conservati in un contenitore con un sacco di plastica impermeabile poi chiudibile e che garantisca di evitare i contatti fino al momento del conferimento e/o del lavaggio.
E’ una delle indicazioni del documento tecnico che il Comitato tecnico scientifico istituito presso la Protezione civile nella seduta di ieri ha approvato elaborato dall’Inail e dall’Istituto superiore di sanità, che fornisce raccomandazioni sulle strategie di prevenzione da adottare per il contenimento del nuovo coronavirus nei servizi dei parrucchieri e degli altri trattamenti estetici, in vista della ripresa delle attività dopo la fase di lockdown.
Le regole della conversazione
Privilegiare la conversazione con il cliente tramite lo specchio e svolgere le procedure rimanendo alle spalle del cliente in tutti i casi possibili. E’ un’altra delle indicazioni del documento tecnico che il Comitato tecnico scientifico ha elaborato con Inail e Istituto superiore di sanità. Niente giornali e riviste, nei locali: nell’attesa non si potrà leggere e la porta del locale dovrà restare aperta.
Limitare il numero di persone presenti nel parrucchiere allo stretto necessario, prevedere orari di lavoro flessibili e, ove possibile, turnazione dei dipendenti, sono alcune delle altre raccomandazioni. In generale, serve una buona programmazione di tutte le attività e dei tempi medi occorrenti per i trattamenti è necessaria per garantire la sostenibilità delle attività quotidiane e ove possibile, già in fase di prenotazione, è necessario predeterminare i tipi di trattamento richiesti per ciascun cliente. Ciò è fondamentale per ottimizzare i tempi di attesa e per la prevenzione di ogni forma di affollamento. Il layout del locale del parrucchiere e la gestione degli spazi potrebbero essere ottimizzati anche tramite soluzioni innovative rispetto alla zona originariamente prevista per l’attesa, al fine di garantire le attività e il distanziamento fra clienti ed operatori.
Le barriere che distanziano
Ad esempio, si possono riorganizzare gli spazi interni sfruttando tali aree per le fasi di attesa tecnica (come il
tempo di posa del colore). Potranno altresì essere utilizzate barriere separatorie fra aree e postazioni al fine di mitigare il rischio (in particolare per le aree lavaggio). Devono essere individuati chiaramente le zone di passaggio, le zone di lavoro e le zone di attesa. Occorre prevedere una distanza minima di almeno due metri tra le postazioni di trattamento, ad esempio utilizzando postazioni alternate. E’ richiesta l’eliminazione di riviste ed ogni altro oggetto che possa essere di utilizzo promiscuo nel locale.
La sanificazione continua
Relativamente al rischio da Sars-Cov-2, sanificare dopo ogni trattamento/servizio dell’area di lavoro del parrucchiere e degli strumenti utilizzati (ad esempio forbici, pettini) oltre le normali procedure di prevenzione in atto per il settore; disinfettare frequentemente le superfici comuni, ossia utilizzate da più persone (comprese tastiere, pos, maniglie, corrimani, etc.).
Sono anni che non vado dal parrucchiere perchè è un ritrovo da galline chiacchierone.
La mascherina si deve tenere anche quando ti lavano i capelli? Quante cavolate!!!!
Diceva Einstein che la stupidità umana è infinita. Chi ha scritto queste norme conferma in pieno quello che diceva Einstein