Milano, clandestini sempre più pericolosi: aggrediti gli inviati di Mario Giordano (video)
Milano e degrado. Porta Venezia in pieno giorno è piena di immigrati clandestini che la fanno da padrone. «Ti spacco la telecamera», minacciano. Spacciano droga nel parco e assumono un comportamento intimidatorio contro chiunque voglia documentare un degrado insostenibile. È la Milano del Pd, dove i clandestini la fanno da padrone. Ciò che è accaduto alla troupe di giornalisti inviati da Fuori dal Coro, Rete4, lo dimostra. Il video fa impressione. “Non lavorate voi?”, chiede l’inviata di Mario Giordano cercando di parlare con loro. Nonostante il luogo non fosse proprio promettente: lì è stato aggredito Brumotti pochi giorni fa. “Lavorare è difficile”, risponde un immigrato. “Ho finito tutti i miei soldi”. Poi: “Io ti denuncio se voi fate il video”, dice con fare minaccioso l’interlocutore.
Il video è inquietante: questo è un luogo pubblico, dice la cronista all’uomo che pretende di cacciarla. La gente del luogo riferisce all’inviata che lì a tutte le ore del giorno è luogo di spaccio. Le persone hanno paura di fare uscire i loro figli nel parco, ormai “occupato”. Hanno paura ad uscire. Una donna racconta di essere stata aggredita e avere sporto denuncia ma senza che la cosa abbia avuto un seguito.
Vista la male parata la troupe si sposta in periferia in via Padova: stessa storia, qui nei bagni pubblici vivono asserragliati da anni immigrati irregolare. “Sì, siamo tanti. Aspetta fuori non puoi parlare con nessuno”: si presentano così gli irregolari. Con fare ancora una volta intimidatorio. i cronisti si spostano in un altro giardino dove c’è un riformatorio ormai fatiscente: ci vivono altri clandestini da anni. Rifugio degradato di immigrati e spacciatori. L’assurdo è che dagli anni 80 c’è un vincolo monumentale sull’edificio: non può essere abbattuto. Ma che razza di città sta diventando la Milano di Sala?
I miei migliori complimenti al Sindaco SALA, stai sereno caro sindaco, alle prossime amministrative anche noi ci ricorderemo di te e del tuo partito.