Migranti contro la troupe Mediaset, le immagini dell’aggressione (video)
“Questa è la stazione Tiburtina di Roma e non possiamo più stare qua”. Così Valerio Minelli, inviato della troupe Mediaset di Dritto e rovescio ha documentato l’aggressione subita nella Capitale in pieno giorno.
I migranti hanno assalito Minelli assieme al suo operatore con un lancio di bottiglie di vetro e sassi. La troupe Mediaset ha provato ad avvicinarsi al gruppo di persone accampate fuori dalla stazione ferroviaria della capitale. Ormai, una terra di nessuno per i migranti a Roma anche prima del lockdown.
Guarda il video dell’aggressione alla troupe
“Non possono intervenire i netturbini. Hanno chiuso l’ingresso laterale della stazione, addiritura hanno soppresso il capolinea dell’autobus per motivi di sicurezza. Inoltre, le pensiline sono state trasformate in dormitorio”, ha raccontato il giornalista.
La troupe Mediaset e il racconto di Giannini
Il consigliere regionale della Lega Daniele Giannini si trovava giusto a passare da lì ed è riuscito a riprendere gli attimi successivi all’aggressione della troupe Mediaset. Sul posto sono poi intervenuti la Digos, gli agenti del Reparto Volanti e del commissariato Sant’Ippolito. Nessuno è rimasto ferito. La polizia ha fermato solo un immigrato e l’ha condotto all’Ufficio Immigrazione per l’identificazione.
La solidarietà agli inviati di Del Debbio
«Esprimo solidarietà alla troupe della trasmissione Dritto e Rovescio di Paolo Del Debbio per la vile aggressione subita». Giannini ha raccontato che la troupe si trovava lì «per testimoniare lo stato di degrado dell’area». Nella zona si trovavano «numerosi extracomunitari e sbandati di ogni sorta. Evidentemente, credono di essersi ritagliati una zona franca dove possono commettere qualsiasi sopruso e atto delinquenziale», ha scritto Giannini. «Addirittura per permettere un loro accampamento completamente abusivo, il capolinea della linea 548 è stato spostato. Non esiste più.Finita la quarantena e con l’inizio della Fase 2 tornano in alcune zone della città bande di irregolari clandestini. Andrebbero espulsi immediatamente. E non lasciati al completo bivacco. O, peggio ancora, a tirare bottiglie di birra vuote nei confronti di chi fa informazione. Il tempo del buonismo è finito. È tempo di riaccendere le ruspe».