L’esercito popolare cinese pronto a marciare su Hong Kong. La Ue si gira dall’altra parte
Hong Kong se la vede brutta. I militari cinesi si dicono pronti a “tutelare” la sovranità cinese e la “sicurezza nazionale”. Dopo l’escalation del fine settimana a causa della contestata legge sulla “sicurezza nazionale” voluta da Pechino per l’ex colonia britannica, parla per la prima volta il comandante a Hong Kong dell’Esercito popolare di liberazione, Chen Daoxiang. E le sue parole alla tv di Stato cinese suonano come un monito per chi si prepara a nuove proteste. Per domani è attesa una nuova mobilitazione.
Hong Kong rischia l’invasione armata
Il numero uno dell’Esercito cinese in loco insiste. “Gli ufficiali e i soldati sono determinati, fiduciosi e capaci di tutelare la sovranità nazionale, gli interessi di sviluppo e la prosperità e la stabilità a lungo termine a Hong Kong“, sostiene Chen. Il quale considera la contestata legge come una mossa necessaria per “dissuadere le forze separatiste e l’intervento esterno”. Il comandate cita il principio ‘un Paese, due sistemi’ e promette un intervento con “ferma determinazione per attuare la decisione e i piani del governo”. Parole non nuove, ma che – sottolineano gli osservatori – hanno un peso maggiore dal momento che le truppe cinesi nell’ex colonia gb – presenti sin dal 1997, dal ritorno sotto la sovranità cinese – hanno sempre mantenuto un basso profilo fino alle proteste esplose lo scorso anno per la contestata legge sull’estradizione di sospetti verso la Cina.
La Cina: diritti e libertà non sono assoluti
“Non c’è motivo di preoccupazione”. Così Carrie Lam, la governatrice di Hong Kong, ha difeso la contestata legge sulla “sicurezza nazionale” voluta da Pechino per l’ex colonia britannica. La normativa, presentata all’Assemblea nazionale del popolo, non avrà ripercussioni su diritti e libertà, ha sostenuto Carrie Lam, chiedendo alla popolazione di Hong Kong – dopo l’escalation dello scorso fine settimana – di aspettare i “dettagli” della legge. Ma, ha ammonito, “diritti e libertà non sono assoluti”. Non c’è spazio per interferenze di altri Paesi. Parola della governatrice Carrie Lam, che ha difeso la contestata nuova legge sulla “sicurezza nazionale” voluta da Pechino per l’ex colonia britannica. Per Carrie Lam si tratta di una mossa “responsabile” per proteggere chi rispetta le regole e c’è stata negli ultimi giorni una “risposta positiva” da parte dell’opinione pubblica, “a dispetto di quello che dicono alcuni politici all’estero”. La governatrice ha anche definito come “assolutamente infondati” i timori per lo status di Hong Kong come centro finanziario globale.