Le “guardie rosse” di Boccia sommerse da un coro di pernacchie: 60mila sconosciuti senza arte né parte
L’ineffabile presidente dell’Anci, Decaro, supportato nientemeno che da Boccia, titolare di un non meglio identificato ministero, ha meditato di arruolare sessantamila neo vopos, o neo guardie rosse, che con dubbie tutele assicurative e, in teoria, a costo zero, dovrebbero fare i vigilantes nelle strade e nelle piazze di Bari e degli altri comuni italiani. Nel giro di poco tempo, la proposta dei vigilantes-guardie rosse è stata giustamente sommersa da un coro di pernacchie. Per questa attività ci sono le forze dell’ordine, le forze armate e le polizie locali.
Le “guardie rosse”, esercito di sconosciuti
Non si possono appaltare incarichi del genere a sessantamila sconosciuti, privi di formazione e di esperienza, che non si capisce in che modo dovrebbero migliorare la sicurezza nelle nostre città e perché poi dovrebbero farlo senza percepire alcun compenso. Garantire comportamenti responsabili è una priorità per tutti noi, perché non possiamo considerare totalmente chiusa l’emergenza. Ma il coronavirus non può essere usato per adottare atteggiamenti confusi e maoisti.
Roma non è Hong Kong
Capisco che abbiamo un governo asservito ai cinesi, ma Roma non è Hong Kong. Non possiamo vedere lesa la libertà dei cittadini da improvvisati controllori di cui non si può giudicare la competenza. Mandino piuttosto i fruitori del reddito di cittadinanza a lavorare nei campi o a falciare l’erba nei parchi pubblici. Basta con la festa a spese dei cittadini di alcuni furbi che prendono soldi in cambio di nulla. La proposta dell’Anci è assurda e irricevibile, perché c’è già chi, in divisa e con tutte le competenze del caso, si occupa della tutela del territorio. Il presidente dell’Anci e il ministro Boccia dovrebbero come minimo ritirare questa idea assurda e delirante, piuttosto che difenderla.
Più apprezzabili sarebbero le dimissioni, visto che hanno avanzato proposte cervellotiche delle quali nemmeno il Viminale era a conoscenza come giustamente, con garbo ma con chiarezza, ha fatto capire il ministro Lamorgese. Boccia e Decaro hanno bisogno di qualcuno che vigili su di loro, più che mettere in campo persone che vigilino sugli altri.