L’apologia di comunismo è cosa buona e giusta. I complimenti di Bottura a “Lotta Comunista”

13 Mag 2020 17:41 - di Adele Sirocchi

Gli irriducibili del comunismo non sono da guardare come pericolosi nemici della democrazia. Anzi vanno vezzeggiati, coccolati, perfino invidiati per il loro sogno di una società migliore. Il comunismo, qui da noi, rappresenta ancora un bell’ideale e non il paravento ideologico di regimi spietati che hanno causato milioni di morti. Guai, anzi, a ricordare tutto questo. Ci sono estremisti ed estremisti in Italia. Quelli rossi  sono sempre garantiti, giustificati, persino elogiati.

Accade così che sull’Espresso, il cui grado di vigilanza antifascista è sempre altissimo, capita di leggere un atto di amore e benevolenza verso i ragazzi che scrivono e vendono il giornale “Lotta comunista”, organo dei gruppi leninisti della sinistra comunista. Lo firma Luca Bottura che così rileva: “Ai ragazzi di Lotta Comunista non riesco a negare l’acquisto. La chiacchiera. Il volantino diligentemente preso e talvolta (giuro) letto. Sarà perché hanno regalato a mio figlio adolescente un paio di riunioni al di fuori della prigione dorata e spesso molto interessante che è il proprio schermo. E ne ha corroborato la profonda fede antifascista. Sarà perché in fondo li invidio. Loro. La loro battaglia per una società più giusta forse non oggi, non domani, ma dopodomani sicuro. I loro anni di piombo non-violenti, nei quali il metallo in questione viene utilizzato per colate su carta che non prevedono il bene effimero dell’illustrazione. Della foto. Al massimo qualche disegno”.

I comunisti irriducibili fanno poi anche volontariato. E allora giù applausi. Mica sono di CasaPound. Scrive ancora Bottura: “I Circoli Operai Internazionalisti, centinaia di persone, hanno aiutato le fasce più a rischio per amore del prossimo. Con quelle tre parole che ci paiono desuete: il Circolo, ché oggi se non hai un club non sei nessuno. Gli Operai, con la O maiuscola, che esistono ancora e ancora vengono spesso sfruttati. E l’Internazionalismo. Quella cosa per cui i proletari facevano meglio a unirsi, invece che scannarsi, come spesso accade ora, dacché una minoranza danarosa ha reso mainstream l’effimera idea che il singolo privilegio sia preferibile alla ricerca, comune, dei diritti”. Siamo alla nostalgia profonda del motto “proletari di tutto il mondo unitevi”. Alla riscoperta del comunismo dal volto umano. Alla dimostrazione, in definitiva, che certi peccatucci di gioventù degli eskimi in redazione non erano, in fondo, macchie sulla coscienza ma nobili virtù. Certa gente evidentemente non cambia e non ha alcuna voglia di farlo.

 

Commenti

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  • luigi lucini 13 Maggio 2020

    voglio dire a bottura (che non so chi sia né mi interessa) che i compagni di lotta comunista mi citofano spesso il sabato mattina o provano a fermarmi in strada e sempre, in ogni occasione, con grande piacere, non esito a manifestare direttamente il mio credo politico e li invito poco cortesemente a non provare a disturbare nuovamente. E per consolare bottura, ho inseganto ai miei 2 figli adolescenti a fare altrettanto e hanno aderito entusiasticamente.