Coronavirus, aumentano i guariti ma anche contagi e vittime. Oltre 65mila i malati

19 Mag 2020 18:54 - di Redazione
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Coronavirus, dati altalenanti in questi ultimi giorni. Rispetto a ieri i deceduti con coronavirus sono 162 e portano il totale a 32.169.  Ieri l’aumento era stato di 99 vittime, un minimo negativo dall’inizio del lockdown. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 129.401, con un incremento di 2.075 persone rispetto a ieri. Sono i dati resi noti dalla Protezione civile.

Coronavirus, ieri incremento di 813 nuovi casi

In particolare, nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul nostro territorio, a oggi, il totale delle persone che hanno contratto il virus è di 226.699, con un incremento rispetto a ieri di 813 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 65.129, con una decrescita di 1.424 assistiti rispetto a ieri.

Tra gli attualmente positivi, 716 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 33 pazienti rispetto a ieri, 9.991 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 216 pazienti rispetto a ieri, 54.422 persone, pari all’84% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. Sono i dati resi noti dalla Protezione civile.

Ottimista il virologo

Moderatamente ottimista il virologo. “I dati ci dicono che il numero di riproduzione di base del virus in Italia è ora di 0,1-0,2, la Sardegna lo sta azzerando, in Veneto è 0,4 e in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna poco più alto. La curva dei contagi continua a scendere e c’è meno dell’1% dei tamponi che risulta positivo. C’è però un dato da considerare. Ossia che questi valori sono simili anche nei Paesi che non hanno adottato il lockdown. Il virus sta calando anche là. Vuol dire che forse si sta attenuando”.

A dirlo all’Adnkronos Salute, commentando i dati del contagio Sars-Cov-2 in Italia, è Giorgio Palù, past president della Società europea di virologia e professore emerito di Microbiologia dell’università di Padova. “Forse il nuovo coronavirus – ipotizza l’esperto – non è più quel  fenomeno, ma più semplicemente un ibrido fra i coronavirus del raffreddore e il coronavirus della Sars. Somiglia molto a una forma di virosi come influenza stagionale, che d’estate si attenua, salvo tornare, come probabilmente vedremo, a dicembre.

D’altro canto l’interesse di un virus è quello di persistere, non di uccidere i suoi ospiti. Finora è stato più subdolo di virus più aggressivi come Ebola, perché questi, uccidendo subito, consentono di fare cordone sanitario ed estinguerli. Non mi sto sbilanciando, come ho sentito fare ad altri sedicenti virologi, possiamo però ipotizzare per analogia con altre forme simili che ci possa essere stata un’attenuazione del virus. E’ facile però che torni: secondo me ha trovato il suo reservoir naturale nell’uomo e come il raffreddore resterà con noi”.

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