Boss scarcerati, Aiello (M5S): «Chiedo scusa, quello che è successo è di una gravità inaudita»

4 Mag 2020 8:58 - di Roberto Mariotti
Aiello

Parole dure, quelle di Piera Aiello, del M5S. Anzi, parole amare. La vicenda delle scarcerazioni dei boss è stata per lei, testimone di giustizia, un colpo forte. A differenza dei suoi colleghi pentastellati chiede scusa. «Il mondo della politica probabilmente non è il mio mondo. Sarà opportuno fare grosse riflessioni che inevitabilmente mi porteranno a scelte sofferte ma allo stesso tempo obbligate».

Il racconto della Aiello, testimone di giustizia

Racconta dello sgomento che ha provato «quando sono cominciate a circolare le voci in merito alle scarcerazioni di pericolosi boss». Molti di questi erano condannati al regime carcerario del 41 bis. Per la Aiello, una «devastazione interiore. Sono stata assalita da un profondo sentimento di abbandono, di tradimento da parte di un’istituzione nella quale ho sempre creduto». Lo scrive in una lettera aperta.

«Chiedo scusa alle vittime di mafia»

Chiede scusa alle «vittime di mafia, ai parenti, ai testimoni di giustizia». Non solo. «Ai sopravvissuti e ai tanti operai dell’antimafia sociale che quotidianamente si adoperano per commemorare le vittime di mafia. E per diffondere una cultura che non può e non deve contemplare un condono mascherato dall’incompetenza e dall’inefficienza di tanti». Quanto successo «è di una gravità che ha dell’irreale, è stata minata in maniera forse irreversibile la fiducia nello Stato, quella fiducia che ha indotto il mondo dell’antimafia a chiedersi se vale ancora la pena svolgere questa importante funzione sociale», denuncia.

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