Bonafede beccato con le dita nella marmellata: i grillini dalle foto in autobus ai voli di Stato

26 Mag 2020 12:02 - di Maurizio Gasparri
Bonafede
Ma il ministro Bonafede ci è, o ci fa? Appena ieri è uscito miracolosamente indenne dal voto di sfiducia del Senato e già ci offre altri argomenti per parlare di lui. Questa volta ci sarebbe un volo di stato, nientemeno che da Napoli a Roma, fatto decollare lo scorso febbraio per consentire al ministro di arrivare in tempo alla votazione finale della conversione in legge del decreto sulle intercettazioni promosso proprio dal suo ministero. Il tutto per la modica cifra di 10mila euro, andati inesorabilmente e letteralmente in fumo.

Bonafede e quel “meeting importante”

Bonafede, infatti, stava partecipando a un vertice Italia-Francia e ha lasciato anticipatamente la sede dell’incontro a Napoli per essere presente in aula prima del definitivo voto finale sul suo provvedimento. Ma nonostante i tentativi e lo spostamento speciale, Bonafede non solo ha lasciato un meeting importante, ma non è riuscito nemmeno a parlare in aula a Roma.

Le campagne d’odio

Uno spreco di risorse pubbliche ingiustificato e ingiustificabile. Dopo aver passato anni allestendo campagne di odio contro i politici giudicati al pari di ladri e approfittatori, dopo aver insultato ministri e premier per aver usato legittimamente voli di Stati, adesso anche i grillini vengono beccati con le dita nella marmellata. Che ipocrisia. Li ricordiamo che andavano a piedi al Quirinale o che si recavano in Parlamento in autobus e ce li ritroviamo ospiti di voli di Stato per arrivare da Napoli a Roma.

Tra populismo e propaganda

Un esponente di governo, un primo ministro, un presidente di Camera o Senato hanno il dovere di avere la scorta  o di utilizzare corsie preferenziali non solo per la loro sicurezza, ma soprattutto per garantire l’incolumità dei cittadini italiani. Il populismo e la propaganda dei grillini contro la casta ha voluto ignorare tutto questo, ma quando poi sono arrivati al potere hanno fatto peggio dei loro predecessori.

Bonafede andava cacciato

È tempo che i finti moralizzatori tornino da dove sono venuti, che i presunti fustigatori paghino in prima persona per i danni che hanno fatto. I grillini hanno perso credibilità ma stanno riducendo l’Italia un colabrodo. Bonafede non andava sfiduciato, andava cacciato dal governo, dal Parlamento e messo in condizione di non poter più nuocere al Paese. I grillini, basta conoscerli per evitarli.

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