Boia chi molla sulla mascherina del vicesindaco. E scatta il putiferio. La sinistra grida al pericolo fascista

30 Mag 2020 16:31 - di Elsa Corsini

Boia chi molla sulla mascherina e scatta il putiferio. A indossare la protezione con la scritta “pericolosa”, tricolore su un lato e fondo nero, è stata il vicesindaco di Cologno monzese Gianfranca Tesauro. Un impeto dannunziano più che fascista. Ma ai censori della sinistra non è piaciuto e hanno costretto l’amministrazione a spiegare, rettificare, quasi giustificarsi. Sul banco degli imputati due selfie scattati e condivisi su Facebook dalla giornalista Jacqueline Allemant nella pagina di  “Villa Casati”, sede del Comune.

Boia chi molla sulla mascherina

Una foto  ritrae il sindaco leghista Angelo Rocchi – con una innocua mascherina neutra – davanti al gonfalone ufficiale del Comune. L’altra lo immortala accanto all’assessore e vicesindaco Gianfranca Tesauro di Fratelli d’Italia. Il motto incriminato è una celebre frase di Gabriele D’Annunzio. Non una frase fascista, come scrive Milano today parlando di scandalo. L’invito è a non mollare. E in tempi di pandemia assume un significato particolare. Ma per l’Osservatorio sulle nuove destre le foto vanno rimosse dal social. E così scatta la segnalazione a Facebook .”I primi avvistamenti lunedì scorso”,  scrive il quotidiano come se l’episodio valesse l’intervento di polizia e caschi blu dell’OnuDue giorni dopo il bis con la giornalista ritratta accanto al vicesindaco. Davvero troppo. Per la stampa milanese e il Pd il fattaccio rasenta il reato. E il motto del Vate, utilizzato è vero anche da Mussolini, diventa un insulto alla democrazia. La frase ha molta fortuna nel corso degli anni. Viene utilizzata per la prima volta nel dopoguerra durante i moti di Reggio Calabria del 1970. Poi da organizzazioni giovanili di destra, non extraparlamentari, Fuan e Fronte della Gioventù, in chiave antagonista al sistema. Ma anche allo stadio. Celebre la t-shirt indossata da Gianluigi Buffon tra orgoglio e polemiche. Il portiere della nazionale  venne processato dai media.

Il Comune toglie le foto da Facebook

L’amministrazione, per evitare uno tsunami di polemiche, ha preferito togliere il filmato con le foto dal social. “Abbiamo deciso di eliminare il video che abbiamo girato con la mascherina incriminata”, dice la Allemant. “Non per dare ragione a chi non sa fare altro che polemiche ma solo per rispetto verso a tutte le persone che si sono sentite ferite”. Troppo buona, verrebbe da dire. Più esplicita la vicesindaca. “Per me è un’esortazione per la ripresa, non diverso dai ‘Non mollare’ o ‘Ce la faremo’ che si vedono così spesso in questi giorni. Altre volte mi hanno accusato di essere fascista,”ma io credo di essere democratica, una  che ascolta tutti, comprese le associazioni di sinistra più vicine ai centri sociali”. Fascista no. Ma neppure comunista, chiarisce. “Preferisco definirmi una donna orgogliosamente di destra”.

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