Bankitalia, Visco “vede nero”: «Crollo del Pil e più disoccupati se il virus tornerà a colpire»
Gli scenari post-virus sono due. Il primo, quello “buono”, prevede un calo del Pil pari a 9 punti percentuali. L’altro, decisamente cattivo anche perché correlato ad una eventuale ripresa del Covid-19, fa sprofondare di ben 13 punti il calo del nostro prodotto interno lordo. A dirlo è Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, nelle consuete Considerazioni finali di fine maggio. Il primo scenario si basa su un “raffreddamento” dell’epidemia e, quindi, su una progressiva ripresa delle attività economiche e produttive. In tal caso, sostiene Visco, il recupero di Pil comincerà sin dall’estate. Nel caso contrario, invece, «la ripresa sarà molto più lenta». L’incertezza, insomma, è il dato che pesa di più.
Visco: «Se il Covid darà tregua, ripresa possibile già in estate»
Il governatore ha definito la pandemia come «una crisi senza precedenti nella storia recente». Così come, ha sottolineato, «la portata degli interventi finora stabiliti» dalla Bce per contrastare gli effetti negativi della pandemia. La cura è ancora quella sperimentata da Mario Draghi – ringraziato dal governatore unitamente a Fabio Panetta, l’italiano nel board della Bce – quando era lui a presiedere l’Eurotower. Christine Lagarde, che ne ha preso il posto, si muove nella sua scia. Visco ha infatti ricordato che la Bce non solo «ha rafforzato i programmi esistenti di acquisto di attività, innalzandone il volume a 360 miliardi fino alla fine del 2020», ma ne ha adottato uno «specificatamente destinato» a fronteggiare la pandemia.
Sui Recovery Fund: «Non sono gratis. Vanno spesi bene»
Parole di verità Visco le ha pronunciate anche sui Recovery Fund, tanto strombazzati dalla maggioranza in chiave interna. «Non potranno mai essere gratuiti perché il debito europeo è di tutti», ha avvertito. Per questo, ogni Paese deve utilizzare le risorse «con pragmatismo, trasparenza e, soprattutto in maniera efficienze». Quanto all’economia italiana, Visco ha auspicato l’avvio di riforme strutturali per «rompere le inerzie del passato» e per «recuperare una capacità di crescere che si è da troppo tempo appannata». Tasse alte e alta evasione fiscale sono per lui due facce della stessa medaglia. «Anche per questo – ha detto – occorre una rottura rispetto all’esperienza storica più recente». La conclusione è sullo spread, sceso a 185 punti, quasi il doppio di quelli di Spagna e Portogallo. «Valori – conclude Visco – che non trovano giustificazione nei fondamentali della nostra economia».