Agricoltura e pesca sono settori importantissimi della nostra economia e fattori fondamentali del made in Italy, della filiera alimentare come di quella turistica. Servono sostegni reali, non solo meccanismi infernali di indebitamento che stritolano le imprese. Se ne è discusso durante un web meeting organizzato da Adolfo Urso, responsabile impresa e attività produttive di Fratelli d’Italia.
Agricoltura e pesca, l’allarme
Come riporta il sito della Fondazione Farefuturo, tutti gli attori del confronto, imprenditori e amministratori, si sono trovati d’accordo nel lanciare l’allarme. Sono, infatti, gravi ritardi del governo nella predisposizione di misure per fronteggiare l’emergenza del coronavirus. E si chiede una reazione di “sano patriottismo italiano” come nella definizione di Ettore Prandini, presidente del Coldiretti. Urso ha messo a confronto gli attori della produzione del Veneto con i rappresentanti nazionali delle associazioni di impresa, parlamentari, assessori e consiglieri regionali di Fratelli d’Italia. Si trattava del terzo appuntamento dopo quelli svolti con il sistema industriale e con la filiera del comparto turistico.
Serve un “sano patriottismo italiano”
Con Prandini si sono trovati d’accordo anche le altre principali associazioni di categoria, rappresentate da Giordano Emo Capodilista, vicepresidente di ConfAgricoltura e Luigi Giannini, presidente di Federpesca, che ha evidenziato la centralità del settore pesca anche nel Veneto e reclamato che sia posto davvero al centro della attenzione pubblica, oltre alle tante sigle locali, una volta tanto unite nel reclamare la attenzione del governo e del Parlamento.
Le relazioni introduttive sono state svolte da Adolfo Urso e da Luca De Carlo, responsabile nazionale agricoltura di Fratelli d’Italia e coordinatore regionale del Veneto. Con loro sono anche intervenuti Elena Donazzan, assessore regionale del Veneto, Cristina Carretta, capogruppo Commissione agricoltura della Camera, Bertolomeo Amidei, vice responsabile nazionale del settore di FdI.
Il danno al Made in Italy
Nel meeting è apparso evidente che la sanatoria proposta dal governo non è affatto una soluzione. Anzi crea un forte danno di immagine al made in Italy perché vuole far credere che gli agricoltori italiani agiscono in modo illegale. Sicuramente più efficace la norma, sollecitata proprio da Fratelli d’Italia, di utilizzare i percettori di reddito di cittadinanza nei lavori stagionali e di realizzare “corridoi verdi” come quelli che hanno già predisposto altri Paesi Ue con Ucraina e Romania da cui proviene il lavoro stagionale specializzato.
Agricoltura e pesca, gli interventi
Tanti gli interventi in questo campo: Daniele Salvagno, presidente Coldiretti Veneto. Gianluca Bisol, imprenditore vitivinicolo. Antonio Salvan, presidente Mais Cultori di Cona e già presidente consorzio di bonifica di Venezia. Bianca Gricoli, Chiara Bortolaso, Andrea Biasotto, Gabriele Zampieri, segretario regionale Unsic. Mentre Diulio Paolino, imprenditore di macchine agricole ha sollecitato maggiori investimenti in innovazione e ricerca, e Manfredi Minatelli ha offerto la piattaforma di Alibaba per trovare altri spazi di mercato.
Tutti d’accordo, si legge sul sito della fondazione Farefuturo, nel reclamare il credito di imposta e la sospensione del pagamento dei tributi come misure di emergenza necessarie oltre a sollecitare che siano davvero utilizzate le risorse comunitarie ordinarie, spesso in ritardo di anni.
Settore pesca
Nel settore pesca, significative le denunce di Marco Spinadin, responsabile Fedagripesca. Agea ed Ismea possono e devono fare di più, clamorosa l’assenza proprio in questo momenti del direttore generale della pesca al ministero.
Oltre cento gli operatori che sono rimasti in collegamento durante le oltre due ore di web meeting, realizzato come gli altri, con la collaborazione della Fondazione Farefuturo e con la regia di uno staff di eccezione che ha visto in campo Marco Bracaglia, giovane imprenditore, con Tommaso Tommasi ed Enoch Soranzo di Padova, Matteo Gelmetti e l’assessore Daniele Polato di Verona, Raffaele Speranzon di Padova.