Virus, ora Conte fa il sovranista: «Cara Ursula, l’Italia ha bisogno di risorse vere per ripartire»

3 Apr 2020 12:38 - di Redazione
Conte

“Cara Ursula, grazie dell’incoraggiamento, ma l’Italia ha bisogno d’altro”. È questo, in estrema sintesi, la replica di Giuseppe Conte alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, manifestatasi ieri sulle colonne di Repubblica sotto forma di lettera aperta. Il solito bla bla bla di belle parole, ancor più belle intenzioni e qualche intervento tipo i cento miliardi del piano Sure messi a disposizioni «dei Paesi Ue colpiti dal virus» (cioè tutti), «compresa l’Italia» (e capirai…). Oggi la replica del premier, sullo stesso quotidiano. Nel dettaglio, al di là dei convenevoli e dei salamelecchi di rito, Conte ha ribadito che è l’emergenza in corso a richiedere «una risposta straordinaria». Anche perché, ha ricordato, «la natura e le caratteristiche della crisi in corso sono tali da mettere a repentaglio l’esistenza stessa della casa comune europea».

Conte replica alla Von der Leyen

«Non abbiamo scelta», incalza il presidente del Consiglio.  E ricorda alla Von der Leyen che la solidarietà non si esaurisce nell’acquisto delle mascherine. La posta in palio è qualificare l’Unione «da un punto di vista politico e sociale, prima ancora che economico». Per questo, aggiunge il premier occorre «un salto di qualità». A dividere è ancora la quantità di risorse necessarie a rimettere in piedi l’economia una volta debellato il virus. Non si tratta, infatti, di sostenere solo ospedali e strutture sanitarie, ma di assicurare liquidità a centinaia di migliaia di piccole e medie imprese. Per Conte, «le risorse per mettere in sicurezza l’occupazione e i redditi dei lavoratori autonomi, sono molte di più». Non riguarda solo l’Italia, ma l’intera Ue. L’esempio sono gli Stati Uniti, dove, ricorda il premier alla Von der Leyen «stanno mettendo in campo uno sforzo fiscale senza precedenti».

Il premier ribadisce la necessità degli Eurobond contro la crisi

In chiusura Conte è tornato sulla proposta di un European Recovery and Reinvestment Plan. Si tratta, ha ricordato di un progetto «che richiede un supporto finanziario condiviso» e, quindi, «di strumenti innovativi come gli European Recovery Bond». I leader Ue ne hanno già palato nel corso del Consiglio del 26 marzo prendendosi due settimane di tempo. La decisione, tuttavia, sembra già presa è sarà probabilmente negativa. Lo fa capire lo stesso Conte riferendosi ad «anticipazioni dei lavori tecnici», da lui visionate, e che «non sembrano affatto all’altezza del compito che la storia ci ha assegnato».  La Commissione vuole utilizzare il Mes. Ma per Italia, Francia e Spagna di tratta di strumenti, prosegue Conte, «che appaiono totalmente inadeguati rispetto agli scopi da perseguire».

 

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