Venditti e Papaleo contro il governo: noi mortificati dall’assenza di parole sui lavoratori dello spettacolo

30 Apr 2020 15:20 - di Redazione

“Si avvicina il primo maggio e vorrei che si tramutasse in una giornata del silenzio della musica. A favore di tutti quelli che ci lavorano senza essere minimamente calcolati né sentiti!” . Lo propone Antonello Venditti, dai suoi profili social.

E lancia una iniziativa decisamente controcorrente per la giornata del primo maggio, in cui tanti suoi colleghi (compresi Vasco Rossi, Gianna Nannini e Zucchero) saranno impegnati nell’evento televisivo su Rai3 che sostituirà il tradizionale Concertone di piazza San Giovanni. Venditti chiede che la musica taccia nel giorno della Festa dei lavoratori. Venditti chiede anche “rispetto e diritti” per chi lavora nel mondo della musica. “Antonello perché non parli? Antonello perché non ti fai vedere?”, scrive Venditti in un dialogo immaginario con i tanti che gli hanno chiesto di intervenire in questi giorni. “Il mio silenzio – risponde – lo dedico a tutti gli artisti veri che non hanno diritti e a tutti coloro che non hanno voce”.

Al concerto su Raitre parteciperà anche Rocco Papaleo, che pure condivide il disagio di Venditti. “Questo Primo Maggio così diverso credo possa diventare anche l’occasione per mostrare, tornando sul palco, tutto quello che c’ anche dietro ad un palco e che permette a tutti di usufruire di arte e cultura. Ci siamo sentiti mortificati dalla totale assenza di un cenno ai lavoratori dello spettacolo nell’ultima conferenza stampa del premier”.

Ad Antonello Venditti, che dai social ha chiesto per protesta una giornata di silenzio della musica, Papaleo risponde: “Mi pare un po’ tardi. Lo vedo più come un grido di dolore che come una possibilità reale di fare una cosa del genere 24 ore prima. Una giornata di silenzio della musica potrebbe essere utile ma andrebbe organizzata e discussa con un po’ di anticipo. Mi pare comunque positivo che ci siano varie ‘cordate’ di artisti che si stiano organizzando per far sentire la voce anche dei lavoratori dello spettacolo che ne hanno di meno. Però c’è bisogno di fare fronte comune: al di là dell’impeto rivoluzionario di ciascuno, per far arrivare il messaggio e contare qualcosa, c’è bisogno di unirsi”, sottolinea.

 

Commenti

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  • Claudio Bangrazi 30 Aprile 2020

    Ma quando era il tuo governo che ti portava tante risorse a carico degli altri italiani tutto bene vero? Ora che ti hanno fregato anche a te ti adiri? Michelangelo Buonarroti avrebbe detto “sei un tristo”!!!