Tragedia in una casa di riposo a Roma: un anziano viene “dimenticato” e muore da solo
Morte alla casa di riposo. Una storia terribile, quella raccontata dal Corriere della Sera. Ed è avvenuta a Roma. Sempre legata al dramma del coronavirus. Un uomo, Antonio Carbone di 81 anni, è morto in una casa di riposo, solo e abbandonato. Sembra che si fossero dimenticati di lui. Raccontano i familiari al quotidiano: “Per due giorni non abbiamo saputo più nulla di lui. Al telefono ci dicevano che era stato trasferito prima al Gemelli, poi al Columbus. Ma lì non c’è mai arrivato, è morto nel suo letto, nella sua camera. Solo, senza assistenza. Soffocato dal virus. E adesso chiediamo giustizia affinché ad altri non accada la stessa cosa. Ecco, soprattutto per questo: chi è incaricato di accudire le persone anziane deve sapere che non può nascondersi, che è sotto i riflettori e deve fare bene il suo lavoro”.
La casa di riposo era uno dei focolai di Roma
La casa di riposo in questione è uno dei focolai della capitale. E’ la Papa Giovanni XXIII in via Galeffi, che adesso è stata sgomberata. Nella casa di riposo erano risultati 20 positivi, tra cui anche dipendenti della struttura. I familiari hanno immediatamente fatto una denuncia al commissariato Colombo, diretto dalla dottoressa Ambroselli, che dovrà indagare come si siano svolti i fatti. Ossia, se il pensionato, che abitava a Spinaceto, sia stato assistito, oppure, come pensano i familiari sia stato addirittura abbandonato. Purtroppo il dramma di questa malattia è che, essendo contagiosa, i malati non possono neanche ricevere il conforto dei familiari.
La telefonata: è positivo, lo trasferiamo. Poi più nulla
Quando è iniziata l’emergenza, raccontano i familiari al Corriere della Sera, era possibile sentirlo solo per telefono. Sembrava stesse bene, né tosse né altro. Poi, il 24 marzo, la casa di cura telefona ai familiari e comunica l’avvenuto contagio, dicendo che lo avrebbero trasferito al Policlinico Gemelli. Ma quando la famiglia ha chiamato al Gemelli per avere notizie, non si trovava. E’ iniziato un drammatico giro di telefonate, ma il signor Carbone non si sapeva dove fosse.
L’ultima telefonata: “E’ qui, purtroppo è morto”
La mattina del 25 marzo, quando ormai la famiglia stava andando al commissariato a sporgere denuncia, chiama la casa di riposo, dicendo che era lì ma che era morto. Il terribile sospetto ora è che nessuno lo abbia accudito, nemmeno negli ultimi istanti. Ora le indagini dovranno appurare se sia stato davvero dimenticato o non sia stato avvicinato per paura del contagio. Ma soprattutto perché non sia stato trasferito in un centro Covid. Insomma, una serie di domande alle quali va data assolutamente una risposta.
IO STO A CASA, di riposo, e adesso riposo per l’eternità.