Sveglia kompagni: i dittatori oggi sono a Bruxelles. Ma l’Anpi insiste sull’odio

14 Apr 2020 11:05 - di Ginevra Sorrentino
l'Anpi e il 25 aprile foto Ansa

Si avvicina il 25 aprile. E l’Anpi torna alla carica. «Il 25 aprile il Paese intero canti Bella Ciao. c’è bisogno di speranza e unità». Il solito Gad Lerner rilancia via Twitter l’appello accorato dell’Anpi. Il sito degli indefessi ex partigiani non molla la presa. E si attacca all’immarcescibile baluardo della Liberazione. Tanto da scrivere con enfasi e retorica logori quanto gli stendardi ideologici a cui si rimanda, puntualmente, ogni anno in occasione della ricorrenza. «L’Italia ha bisogno, oggi più che mai, di speranza. Di unità. Di radici che sappiano offrire la forza e la tenacia per poter scorgere un orizzonte di liberazione. Il 25 aprile arriva con una preziosa puntualità. Arrivano le partigiane e i partigiani, il valore altissimo della loro memoria».

L’Anpi ai tempi della pandemia? Continua a guardarsi indietro

Lo sguardo punta sempre indietro. Ma oggi la liberazione da invocare è quella dei poteri forti che spadroneggiano in Europa. I nuovi oppressori sono i burocrati di Bruxelles. La nuova dittatura è quella agita da una Ue furiosamente germanocentrica. Dalla cancelliera Angela Merkel e dal compagno di merende olandese, Primo ministro del Regno dei Paesi Bassi, Mark Rutte. Dalla signora Lagarde, nome di battaglia Lallouette. Politica e avvocatessa francese, attuale comandante in capo della Banca Centrale Europea. E dalla collega Ursula Van der Leyen, Presidente della Commissione europea che, dal suo avamposto strategico, spara bordate di fuoco amico. Colpi che uccidono quanto quelli del nemico. Sono loro i nuovi dittatori. Gli oppressori che, mirando il fucile sulle casse martoriate dei Paesi partner, muovono le leve dell’economia mondiale. Paralazzano ogni possibilità di scelta politica. Soffocando possibilità e aspirazioni. Sono loro i nemici da affrontare.

Ma la nuova battaglia di Liberazione è quella da combattere a Bruxelles

Prima che la disfatta arrivi, servita su piatti d’argento ai tavoli della diplomazia del vecchio continente, dove commensali spietati e potenti si nutrono della paura e della crisi degli invitati. Tutti, dalla Grecia ieri, all’Italia oggi, spolpati fino all’ultimo. Basta vedere come i generali d’Europa si stanno comportando nei confronti dell’Italia di oggi, che annaspa tra paura e difficoltà di ogni tipo. Stritolata dalla morsa della pandemia. Basterebbe ripensare al suicidio assistito operato ieri nei confronti della Grecia, finita all’asta del miglior offerente (tedesco). Sarebbe sufficiente riflettere ancora un po’ sulla Brexit. Insomma Kompagni dell’Anpi, vittime di un’ideologia che in nome di un passato storico, continua ad armare il pugno: svegliatevi. Motivare bollettini di guerra contro un nemico che non c’è più, non serve a nulla. Se non a rinfocolare un odio stantio almeno quanto inutile. Consentendovi di disertare colpevolmente la battaglia sanguinosa in corso. Tutta ancora da combattere.

Commenti

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  • maurizio pinna 14 Aprile 2020

    A proposito delle eroiche imprese che i liberatori si apprestano a ricordare.
    Il primo si chiamava Carlo Borsani, era un Ufficiale del Regio Esercito, medaglia d’oro,divenuto cieco e grande invalido di guerra e che secondo i “patrioti” commise il grave errore di diventare Presidente dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di guerra della RSI. Un pericoloso fascista che andava eliminato, per cui il 29 aprile 1945 un gruppo di masnadieri lo prelevò e gli sparò alle spalle, perché anche se cieco con si poteva mai sapere e poi ne svillaneggiò il cadavere con un cartello “ex medaglia d’oro”.
    Il secondo si chiamava Adriano dei Visconti di Lampugnano, Maggiore della Regia Aeronautica e pilota da caccia, passato poi alla RSI per difendere fino alla fine l’Italia settentrionale dai bombardamenti alleati.
    Anche lui il 29 aprile 1945, mentre si trovava presso un comando partigiano per firmare la resa del suo gruppo di volo, venne assassinato sparandogli alla schiena, secondo la testimonianza oculare del Colonnello von Ysemburg, della Luftwaffe.
    Il nome dell’ Ufficiale è inciso nel marmo che ricorda i più grandi assi mondiali dell’Aviazione nel National Air and Space Museum di Washington (US) e una sua targa con fotografia che lo definisce asso dell’ Aviazione italiana è collocata presso il museo di Ellis Island NY (US).