Studenti e prof alla mercé di dirigenti Rai e politici incapaci: dai pc farlocchi ai ritardi
18 Apr 2020 12:37 - di Maurizio Gasparri
Mentre tutti i Paesi europei si apprestano a riaprire anche le scuole, in Italia pare ormai assodato che l’anno scolastico per gli studenti sia finito. Se ne parla, se tutto va bene, a settembre. Ma chi dovrebbe essere rimandato a settembre è il ministro dell’Istruzione, che da ex sindacalista pare più attenta a non contrariare il personale docente che a fare gli interessi degli studenti. Si vanta, assolutamente a sproposito, dei successi della didattica a distanza, quando circa il 40% della popolazione non ha supporti tecnologici adeguati e in troppi a stento riescono a scaricare qualche video attraverso gli smartphone dei genitori.
Agli studenti “tocca” la Azzolina…
Il digital divide è un problema gravoso sul quale ancora non si è fatto abbastanza e non sarà certo un ministro come la Azzolina a risolverlo, ammesso che sappia di cosa stiamo parlando. Se poi a darle man forte c’è un sindaco come la Raggi, che consegna nei municipi pc farlocchi inutilizzabili per mancanza di monitor, di cavi e del sistema operativo, allora il quadro è a dir poco deprimente. Sapevamo sin dall’inizio che la didattica a distanza, soprattutto al di sotto di una certa fascia d’età, è impraticabile e per questo avevamo detto che l’unica soluzione era coinvolgere di più la tv pubblica.
I ritardi della Rai sulle lezioni in tv
Siamo stati per settimane inascoltati, e solo ora, finalmente, ci si rende conto che la Rai è piena di canali su cui fare lezioni di ogni tipo. Il ritardo con cui tutto ciò avviene è la dimostrazione di una classe dirigente televisiva e politica improvvisata, che non conosce nemmeno i mezzi di cui dispone. Era evidente a tutti che il variegato bouquet di canali potesse essere facilmente utilizzato a questo scopo. Si è invece perso tempo prezioso, danneggiando gli studenti e angosciandone i genitori. A lezione dovremmo mandare i vertici Rai e i vertici del governo. L’inefficienza dilaga e purtroppo anche l’ignoranza.