Sito a singhiozzo e lacune, ma l’Inps dichiara 2,5 milioni di domande. I patronati: “Numeri sospetti”
Quasi 2,5 milioni di domande presentate per accedere alle misure del Cura Italia. È quanto ha dichiarato l’Inps oggi, dopo la debacle dell’altro giorno, sulla quale la Procura di Roma ha aperto un fascicolo. Il dato, però, suscita più d’una perplessità in sindacati e patronati. Anche perché, come denunciato da più parti, permangono disservizi e lacune.
L’Inps dichiara 2,5 milioni di domande
“Alle ore 8 di oggi, venerdì 3 aprile, le domande per prestazioni Inps previste dal decreto Cura Italia, pervenute telematicamente, sono 2.456.101 per più di 5,1 milioni di beneficiari“, ha fatto sapere l’Inps in un comunicato, nel quale l’istituto ha anche dato il dettagli delle richieste. “Per l’indennità da 600 euro, 2.092.432 domande; per i congedi parentali 184.201 domande; per il bonus baby sitting 20.468 domande; per la Cigo 101mila domande per 1.939.000 beneficiari; per l’assegno ordinario 58mila domande per 952.800 beneficiari”.
I “sospetti” dell’Inca Cgil
“Se ieri il sito non ha funzionato e ci sono due milioni di pratiche, allora nel giro di cinque giorni il problema si risolve da solo. Non vorrei dubitare sui numeri diffusi dall’Inps, ma qualche sospetto ce l’ho. Se questo sistema non funziona, non funziona. Se funziona e viaggia nell’arco di 48 ore con due milioni di pratiche, considerato che sono circa 10 milioni gli aventi diritto, allora il problema non esiste. Ma purtroppo non è così“, ha commentato il presidente dell’Inca Cgil, Michele Pagliaro, aggiungendo che il sito è andato “a singhiozzo” anche oggi. “Comunque -continua Pagliaro- la verità viene a galla, vedremo se giorno 15 aprile le domande verranno pagate, perché il presidente Tridico è andato oltre, ha detto che il 15 tutti riceveranno i soldi. Auspichiamo – ha concluso – che sia così”.
Per l’Inas Cisl “il disastro Inps è ancora in corso”
Anche il patronato Inas Cisl ha chiarito nel corso della giornata che “il disastro Inps è ancora in corso”. “Continuare a non essere in condizione di lavorare al meglio per rispondere esigenze delle persone non è più accettabile”, ha spiegato il presidente del patronato Cisl, Gigi Petteni. “È ora – ha aggiunto – di trovare una soluzione. Occorre intervenire e fare chiarezza”.
Domanda per i 600 euro preclusa ai disabili
E se Forza Italia ha denunciato che sul sito manca ancora il link per i professionisti, è stata l’Associazione Luca Coscioni a puntare l’indice contro il fatto che il modulo per la richiesta dei 600 euro non è accessibile ai disabili, minacciando che se l’Inps non provvederà subito a sanare questa grave lacuna “si rivolgerà al Difensore civico digitale per chiedergli di predisporre con urgenza le opportune misure correttive. Riservandosi da ultimo – ha fatto sapere l’avvocato Alessandro Gerardi – il diritto di agire in sede giudiziaria attraverso la procedura d’urgenza”.