CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

rai

Rai, scatta la censura sul Tg2 che indaga sulle Rsa della Toscana: non tutti prendono ordini da Casalino

Politica - di Maurizio Gasparri - 16 Aprile 2020 - AGGIORNATO 19 Maggio 2023 alle 15:42

Da sempre la caratteristica principale del servizio pubblico, che almeno un tempo contraddistingueva la Rai dalle tv commerciali, è lo spazio dedicato all’informazione. Si diceva che la missione della Rai dovesse essere quella di informare, educare, intrattenere. Oggi i palinsesti televisivi, anche della tv pubblica, sono soggetti a tanti condizionamenti. L’obiettivo principale è quello di fare ascolti, e poco importa se mentre le curve dello share si alzano si realizzano programmi penosi.

Quello che conta sono gli introiti pubblicitari e ciò spiega anche il dibattito lunghissimo e mai concluso sulla opportunità di riformare la Rai magari realizzando almeno un canale senza pubblicità. O, cosa ancora più ardua, senza il condizionamento della politica e del governo, suo azionista. Il tema è sempre attuale e francamente lo è ancora di più in questi tempi in cui alcuni direttori di testate stanno dando il peggio di sé; e la Rai è stata trasformata nel palcoscenico a reti unificate del presidente del Consiglio.

Abbiamo sollevato più volte la questione nella commissione parlamentare di Vigilanza, non solo per denunciare l’abuso da parte di Conte; ma anche l’ipocrisia delle sinistre che plaudono alle interviste anonime di alcune testate come il Tg1 e il Tg3. Tutte volte a denigrare e lanciare accuse infondate contro la sanità lombarda. E poi vorrebbero censurare le inchieste del Tg2 su quanto accaduto nelle Rsa della Toscana. Con un piccolo dettaglio: che nei servizi del Tg2 a parlare sono i fatti, le persone, a testimonianza di una realtà inquietante: fatta di troppe morti sospette e di strutture di ricovero in cui gli anziani vivevano da sempre in condizioni discutibili.

Per fortuna in Rai non tutti i tg sono diventati tele-Conte e non tutte le testate prendono ordini da Casalino. Finché esisterà la commissione parlamentare, ci sarà sempre un faro puntato su abusi e soprusi. E finché esisterà un’Autorità delle comunicazioni non ci stancheremo di chiederne l’intervento per ristabilire il pluralismo e la correttezza dell’informazione. E soprattutto, finché ci sarà un servizio pubblico e un tg libero e non omologato come quello del direttore Sangiuliano avremo sempre un ottimo motivo per dare battaglia.

C'è un commento, partecipa alla discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

C'è un commento:

  1. edoardo caremoli ha detto:

    Bravo Gasparri?

di Maurizio Gasparri - 16 Aprile 2020