Musica, cinema, teatro, editoria… quei vuoti di memoria nella conferenza stampa di Conte

28 Apr 2020 9:56 - di Maurizio Gasparri
Nel vuoto di senso e di sostanza della conferenza stampa di Conte, nella quale si sarebbe dovuto parlare della Fase 2 e invece i divieti hanno superato i permessi, un grande assente è stato tutto il mondo dello spettacolo. Tutto il mondo dell’arte, della musica, dell’editoria, del teatro, del cinema ha bisogno di interventi immediati e mirati. Qualche piccolo gesto di attenzione c’è stato nel decreto Cura Italia, ma ovviamente molto poco rispetto alle perdite enormi che questo settore ha subito e che purtroppo continuerà a subire. Senza cultura, senza cinema, senza teatro, senza musica non c’è futuro per l’Italia.
Per questo serve un piano preciso, non interventi spot che sono come un cerotto su una piaga. Da dove iniziare? Attuando immediatamente la direttiva europea sul diritto d’autore, primo modo per evitare il saccheggio di contenuti letterari, giornalistici, musicali e artistici da parte di Amazon, Google ed altri giganti della rete. Bisogna, quindi, pagare agli autori ciò che a loro spetta: questa è la prima necessaria misura di giustizia, che non causa oneri allo Stato.
Poi, ovviamente, serve anche liquidità immediata e per questo è indispensabile aumentare le dotazioni previste dal Cura Italia, limitate a 130 milioni, e varare presto criteri di distribuzione che siano i più equi possibili, oltre ad erogare contributi a fondo perduto, perché il mondo dell’arte, dello spettacolo e della musica non è fatto solo da poche grandi star che possono resistere a tempi difficili, c’è anche l’immenso popolo del dietro le quinte che arranca.
C’è poi il capitolo Iva, che va ridotta al 4% per tutto il comparto della cultura, della musica, evitando trattamenti fiscali diversi in base al canale di distribuzione e di vendita dei prodotti culturali. Bisogna, poi, intervenire anche con il blocco delle tasse e dei contributi e utilizzare ampiamente i voucher, anche prorogando nel tempo quelli che erano stati utilizzati per concerti ed altri eventi che, ovviamente, sono stati annullati e rinviati a causa dei divieti vigenti. Serve, insomma, un vero e proprio piano per tutto il poliedrico e strategico mondo dello spettacolo, dell’arte, della cultura, dell’editoria, del cinema e della musica.
Un piano che preveda anche, se non soprattutto, una graduale e progressiva riapertura. Ci saranno regole da seguire, ma intanto riapriamo l’industria culturale del nostro Paese. Il nostro oro, fatto di musica e parole.

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