MBS continua a fare del male grazie alla potenza della Aramco. Il silenzio colpevole dell’Occidente

20 Apr 2020 14:20 - di Domenico Labra
MBS

MBS continua a fare del male. L’acronimo più famoso del pianeta continua ad agire con la solita, totale impunità. Senza clamori. E senza che nessun consesso internazionale se ne interessi davvero. Il coronavirus non c’entra. C’entrano i soldi che Mohammed Bin Salman, erede al trono Saudita, riesce a muovere. Dollari della cassaforte della famiglia Saud che si chiama Aramco. Società sgorgata dal petrolio e pasciuta dalla speculazione finanziaria. Una cassaforte in grado di comprare il silenzio di chiunque abbia intenzione di sindacare le decisioni o l’operato criminale di questa schiatta di nomadi che da un secolo sta seduta su giacimenti immensi di oro nero. Graziosamente elargiti prima dalla cupidigia colonialista degli inglesi e consolidati, poi, dall’affarismo spasmodico degli americani. Se hai la Aramco puoi comprarti tutto. A cominciare dalla benevolenza delle potenze nucleari. Che magari allungheranno l’ombrello protettivo in cambio di investimenti e donazioni. Persino i parenti di chi hanno fatto ammazzare si possono comprare. Come accaduto ai figli di  Jamal Khashoggi, il giornalista dissidente trucidato dentro il consolato di Istanbul proprio dagli sgherri di Mohammed Bin Salman. Figli costretti a piegarsi e a stringere quelle mani sporche del sangue del padre a favore di telecamera. Assassinio di una efferatezza indicibile, ma praticamente dimenticato da quest’Occidente imbelle e accomodante. Perché l’omicidio di chi denuncia i crimini e le nefandezze del Cicciobello saudita passa, i suoi dollari restano e persistono. L’ultima storia di prevaricazione e violenza arriva adesso da una cugina di MBS, Basmah bint Saud. Incarcerata senza motivo perché capace di muovergli una critica pubblica. «Sono reclusa nella prigione di Al-Ha’ ir, senza che sia stata formulata un’ accusa. Non ho fatto nulla di male» denuncia in rete la donna. Speriamo non finisca come Khashoggi.

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  • Menono Incariola 20 Aprile 2020

    Ecco la ragione per la quale NON BISOGNA CREDERE AGLI “AMICI” AMERICANI E FARE DI TESTA NOSTRA, aprendo una migliore collaborazione con Cina e Russia. COLLABORAZIONE, NON SUDDITANZA. Per una grande parte i nostri grandi problemi ce li siamo creati NOI, PER NON “DISPIACERE” AI NOSTRI “AMICI”.