L’indignometro/ Con un Tg1 ridotto così male, per Di Bella non sarà facile la lotta alle fake
Un tempo si chiamavano bufale. Oggi, a causa dell’anglicismo imperante, sono diventate fake news. Parliamo delle notizie false ma verosimili, diffuse ormai con ogni mezzo di comunicazione e che attecchiscono con una rapidità allarmante soprattutto grazie all’eco che riescono ad ottenere nel mare magnum del web. Contro il proliferare di questo fenomeno pericolosissimo, perché può avere per oggetto qualunque argomento o persona su cui si può costruire una storia rovinosa, anche il servizio pubblico radiotelevisivo è corso ai ripari. E così ai primi di aprile è partita, sotto la guida di un direttore di grande professionalità quale Antonio Di Bella, una struttura interna per la lotta alle fake news, un osservatorio permanente in grado di raccontare a tutti cosa è una fake news e in grado di sminarla. Fin qui le buone intenzioni.
La fake news del Tg1
Ma l’indignometro non ha potuto fare a meno di notare che proprio nei giorni in cui il direttore generale della Rai, Salini, annunciava la formazione di questa nuova struttura, il Tg1 stava esso stesso creando una fake news. Come è noto, il primo di aprile, data in cui gli italiani potevano avanzare domanda per i bonus previsti dal decreto “Cura Italia”, il portale dell’Inps è andato letteralmente in tilt. Addirittura per cinque lunghissimi minuti molti utenti hanno potuto vedere sulla loro schermata i dati di altri soggetti, compresi numero di telefono e coordinate bancarie. Un fatto di una gravità inaudita e che in altri Paesi avrebbe visto il presidente dell’ente preso a calci.
Il caso Inps
Ma poiché siamo in Italia, il presidente Tridico ha motivato l’accaduto accusando fantomatici hacker, nonostante era chiaro ai più che il problema era interno al sistema informatico dell’Inps. Il Tg1, nell’edizione principale delle 20.00 ha avvallato, senza alcun vaglio critico, la tesi di Tridico, anche con un’intervista ad hoc, creando di fatto una fake news come le inchieste giornalistiche hanno facilmente dimostrato. Non è mai esistita alcuna relazione fra le gravi inefficienze dell’Inps e un eventuale attacco di hacker. Il Tg1 avrebbe avuto il dovere di continuare a seguire la vicenda e correggere quanto affermato davanti a milioni di telespettatori. Così non è stato. C’è materia per un intervento tempestivo dell’Autorità delle comunicazioni. In bocca al lupo al direttore Di Bella. Con un Tg1 ridotto così male avrà di che penare.
Basta televisioni di regime, basta canali unici dominanti basta politicamente corretto e condizionamenti , basta politici venduti , basta EU, mes e vendite delle nostre aziende agli stranieri .Basta balle ! Gli italiani sono stufi . E ora di ricostruire la nostra gloriosa nazione Svegliatevi !!!!!!!