“L’assessore d’Amato la smetta di vendere fumo e annunciare test salvifici. Serve serietà”

2 Apr 2020 12:29 - di Maurizio Gasparri

Con toni roboanti, l’assessore alla sanità della Regione Lazio, D’Amato, ha annunciato salvifici test per tutti i residenti. Ma quali test? Si scopre, poi, che si tratta di due kit ancora in fase di validazione scientifica. Sui quali starebbero lavorando lo Spallanzani e il Policlinico Tor Vergata. Nulla di certo, quindi.

D’Amato tira per la giacca medici e scienziati

Ma solo un ennesimo tentativo di tirare per la giacchetta la comunità medico-scientifica. Che ha bisogno di tempo e di amministratori responsabili. Non di megafoni in cerca di visibilità. D’altra parte, l’assessore D’Amato è avvezzo ad appropriarsi di meriti che non gli appartengono. Anche sui numeri della diffusione del contagio. Secondo D’Amato il contenimento sarebbe dovuto alle misure straordinarie adottate a Roma e nel Lazio. Certo, se confrontati con i dati delle regioni più colpite, Lombardia e Veneto, si tratta di numeri inferiori. Ma un raffronto del genere sarebbe un falso storico per diverse ragioni.

La sanità è una cosa seria, servono spalle larghe

La prima riguarda il numero di tamponi fatti. Ancora oggi ci sono cittadini che lamentano di chiamare il numero di emergenza. Perché sospettano un possibile contagio. E di non essere stati richiamati. Altro che tamponi a tappeto. Siamo molto lontani da quel modello ‘Vo’Euganeo’ che vuole un’azione mirata. E per cerchi concentrici. Che interessi innanzitutto medici e infermieri di tutti gli ospedali del Lazio. Prima di sbandierare ai quattro venti misure inesistenti, l’assessore  pensi piuttosto alle mascherine modello garza. Quelle che ha inviato a tanti comuni laziali. E che sono utili forse per spolverare in casa. Non certo per proteggersi dal virus. E si occupi anche di quanto denunciato da alcuni infermieri di un ospedale della provincia di Latina. Che sarebbero stati licenziati alla scadenza dei 36 mesi di lavoro continuativo. Per non essere stabilizzati. Se così fosse. ci troveremmo di fronte a una vergogna di proporzioni gigantesche. Tanto più in un momento in cui c’è bisogno di medici e infermieri. E lo stesso governo ne sta reclutando tanti. Occuparsi della sanità non è cosa facile. Farlo in una regione modello di inefficienza come il Lazio lo è ancora di più. Servono spalle grosse e serietà. E quel senso della misura che D’Amato non ha.

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