Il messaggio di papa Francesco: bacchettate all’Europa “egoista”. Conforto a medici e infermieri
Papa Francesco ha celebrato la messa di Pasqua alle 11 all’altare della Cattedra, nella basilica di San Pietro in Vaticano. Un lungo, infinito, minuto di silenzio ha sostituito l’omelia. Il Pontefice, prima della tradizionale benedizione ‘Urbi et Orbi’ al termine della celebrazione eucaristica, ha rivolto a tutti i fedeli il suo ‘Messaggio Pasquale’.
Il Papa ha detto che il suo augurio e il suo auspicio è che vengano messe al bando le parole egoismo,divisione, indifferenza. Occorre aprire i cuori al “contagio” di Cristo, il cui amore ha vinto la morte. Francesco ha ricordato chi è in prima linea contro il coronavirus, ha ricordato le tante persone morte, si è detto vicino ai loro familiari. Ha ricordato i malati che sono in sofferenza, i medici, gli infermieri, le forze dell’ordine. Tutti coloro che si stanno adoperando per mandare avanti la società in questi momenti difficili.
“Il mio pensiero – ha detto – quest’oggi va soprattutto a quanti sono stati colpiti direttamente dal coronavirus: ai malati, a coloro che sono morti e ai familiari che piangono per la scomparsa dei loro cari, ai quali a volte non sono riusciti a dare neanche l’estremo saluto”.
E ha poi lanciato un appello per un mondo più unito, dove si cancelli il debito dei paesi più poveri. Un appello rivolto anche all’Europa, perché sia solidale, anche con vie innovative. Una critica manifesta a quei paesi europei che stanno bloccando il processo di aiuti alle nazioni più colpite.
La Pasqua al tempo del coronavirus, con “la notte scesa sul mondo”, non manca di portare l’annuncio della resurrezione di Cristo, la ‘buona novella’ portata dal Vangelo. “Gesù Cristo è risorto! E’ veramente risorto! Come una fiamma nuova, questa Buona Notizia si è accesa nella notte: la notte di un mondo già alle prese con sfide epocali ed ora oppresso dalla pandemia, che mette a dura prova la nostra grande famiglia umana – afferma il Pontefice – In questa notte, è risuonata la voce della Chiesa: ‘Cristo, mia speranza, è risorto!’. Si tratta di un altro ‘contagio’, che si trasmette da cuore a cuore, perché ogni cuore umano attende questa Buona Notizia”.
Questo assomiglia molto più a Caifa che al vicario di Cristo.
Vende giuggiole e corbezzole, dovrebbe ritornare da dove è venuto.
I preti cattolici hanno fatto le corse , sempre, per andare a benedire il carro del vincitore, di qualunque vincitore si trattasse e purché pagasse le decime. Parole false di un’ometto falso non fanno altro che tenere dritta la barra dello IOR.
Avere un’autorità non serve senza l’autorevolezza. Se debolmente stendi una querula questua non hai nessuna possibilità di rappresentare il Dio dei Popoli e delle Nazioni.