Fico attacca Orban, Meloni lo difende: «Ma quale dittatore, ha gli stessi poteri di Conte in Italia»
Strano mondo è l’Italia: si preoccupa più di Viktor Orban che del coronavirus. Persino Roberto Fico s’impanca a sincero democratico e dallo scranno più alto di Montecitorio ammannisce un sermoncino sulla democrazia rappresentativa che lascia davvero il tempo che trova. Anche perché pronunciato da un signore che in Parlamento ci sta grazie ad una selezione operata da una piattaforma privata, quella della Casaleggio & Associati, che non pare rientri ancora nel novero degli organi costituzionali. Meno male che a riportare il dibattito su Orban su un terreno meno comico ha pensato Giorgia Meloni. Ospite dell’Aria che tira, su La7, a leader di FdI, ha messo i punti sulle “i”, ricordando a tutti che le «cose in Ungheria non sono così diverse da quelle in Italia».
La leader di FdI: «Anche noi abbiamo rinviato le elezioni regionali»
«È stato deliberato lo stato d’emergenza, come è stato deliberato da noi», ha puntualizzato la Meloni. E questo, ha aggiunto, «dà dei poteri molto importanti al presidente Orban come da noi al presidente Conte». Ma una differenza c’è ironizza non senza una punta polemica la Meloni: «Orban gli ungheresi lo hanno eletto loro». In un Ungheria non si vota e «anche noi – precisa la Meloni – abbiamo rinviato le elezioni amministrative». Conclusione: «Non possiamo raccontare che oggi in Ungheria c’è un dittatore».
Orban: «Ho gli stessi poteri che ha Macron in tempo di pace»
Su un punto solo la presidente di Fratelli d’Italia si dice in disaccordo con le autorità ungheresi: le sanzioni ai produce fake news. «Ma – incalza la Meloni – questo è un tema che la sinistra italiana porta avanti da anni. Come mai non ci si indigna quando Zuckerberg rimuove post che ritiene fake news?». Chi non sembra dare peso alcune alle critiche che stanno piovendo da tutta Europa è proprio il diretto interessato. «Non possiamo avere nulla di più importante da fare se non salvare vite. Questo richiede cooperazione e unita», fa sapere Orban prima di lanciare l’ultima frecciatina: «Lo stato d’emergenza garantisce al primo ministro e al governo gli stessi poteri che ha il presidente francese in tempo di pace».
Sono più di dieci minuti che sto ridendo per una notizia data da SKY TG 24:
L’Ungheria ha aggiunto la diciassettesima firma a quel documento firmato da altri sedici stati che avrebbe voluto condannare Orban, senza mai menzionarlo.
Li ha anche presi in giro poiché apponendo quella firma ha affermato che quanto fatto è più che democratico.
Questa Europa continua a dimostrarsi una vera barzelletta composta da una banda di incapaci di intendere e di volere.