Covid-19, non solo polmoni: ecco gli altri organi che potrebbero essere danneggiati

9 Apr 2020 12:48 - di Redazione
Covid-19

Covid-19 è una malattia subdola e feroce. Picchia duro. Non solo i polmoni di chi contrae il virus sono in pericolo. Altri organi sono esposti. L’”attacco multiorgano”  era già emerso dalle prime relazioni dei medici cinesi. Si parlava di gravi conseguenze renali, tra le altre cose. Adesso stanno emergendo studi che rivelano che anche  altri organi sono presi di mira. Lo apprendiamo da una serie di studi svolti in queste settimane. Che il Corriere della Sera riassume in un dettagliato, quanto preoccupante servizio.

“Oltre al polmone, il recettore Ace2 sembrerebbe espresso in più tessuti, tra cui cuore, vasi sanguigni, intestino e reni. Inoltre le terapie salvavita possono rivelarsi pesanti e talvolta tossiche, rendendo molto lungo il periodo di convalescenza” . E’ questo l’allarme dei medici inglesi. 80 medici britannici, in particolare, si sono riuniti in teleconferenza. E le loro ricerche sono finite sul Financial Times.

«Le carenze di cui siamo preoccupati vanno ben oltre la mancanza di ventilatori o disposizioni di protezione. A Londra si stanno esaurendo le attrezzature vitali per le terapie intensive. Comprese le macchine per la dialisi».  Insomma, reni in primis, ma anche  cuore e occasionalmente anche il cervello possono essere danneggiati seriamente. La ricerca si fonda su 690 pazienti del Regno Unito ricoverati in terapia intensiva: “il 25% ha avuto bisogno di un supporto cardiovascolare avanzato; il 18,5% ha richiesto dialisi, il 4,5% supporto neurologico”.

Ecco gli organi colpiti

Ciò detto, il dopo coronavirus desta ripercussioni allarmanti per ogni singolo organo interessato. Sul Corriere viene fatto il punto sui riscontri che possono verificarsi. “Alcuni sopravvissuti al coronavirus non riusciranno a riprendersi completamente. I danni potranno essere permanenti, soprattutto per quanto riguarda i polmoni.« Un gran numero di sopravvissuti alla sindrome da stress respiratoria acuta non sarà in grado di tornare al lavoro». Questa diagnosi proviene dal Dipartimento di medicina polmonare della Mayo Clinic di Rochester, Minnesota.

I ricercatori di Hong Kong – sempre riguardo ai guai polmonari con un piccolo studio su 12 pazienti hanno scoperto “che 2-3 di loro, dopo aver lasciato l’ospedale non avevano ripreso la completa funzionalità polmonare”.

Covid-19, danni al fegato e ai reni

Lo stomaco e l’apparato gastrointestinale sono sorvegliati speciali dalle équipe mediche. Secondo quanto dichiarato al New York Times Compton-Phillips, responsabile clinico del sistema sanitario di Providence che ha seguito il promo caso di Coronavirus negli Stati Uniti: “L’infezione può diffondersi attraverso le mucose, dal naso fino al retto. Secondo gli esperti il virus potrebbe anche essere in grado di infettare le cellule del sistema gastrointestinale. Questo può essere il motivo per cui alcuni pazienti hanno sintomi come diarrea o indigestione”.

Quadro allarmante: gli studi

Danni al fegato procurati dal coronavirus sono stati segnalati in uno studio pubblicato nella rivista Liver International, ripreso da Le Figaro.  Lo studio è frutto di una collaborazione tra i  ricercatori dell’università delle scienze di Wuhan e  l’istituto di virologia di Essen, in Germania.

I ricercatori sostengono che i danni al fegato possono essere causati direttamente dall’infezione Sars-Cov2 o dai farmaci utilizzati per curarla. I medici hanno rilevato danni al fegato  nei casi di Sars, Mers e Covid-19. Accade così che una volta che il virus entra nel flusso sanguigno, può arrivare a qualsiasi parte del corpo: Essendo il fegato un organo molto vascolarizzato. Addirtittura “il virus potrebbe infettare direttamente il fegato, replicando e uccidendo le cellule lui stesso.

Sars-Cov 2 può sviluppare una insufficienza renale acuta (27%). Vale lo stesso discorso fatto per il fegato. Come il fegato, i reni agiscono da filtro per il sangue. “Ogni rene contiene circa 800.000 microscopiche unità distillanti chiamate nefroni” , che hanno la funzione insieme a piccoli tubuli di  smaltire i  “rifiuti” nella vescica, sotto forma di urina. Ebbene, proprio i tubuli renali sarebbero  stati le parti più colpite con l’epidemia di Sars. Per questo,  per quanto riguarda Sars-Cov2 si stanno facendo molte indaginie. E al momento è cora prematura una risposta.

Anche il cuore può essere danneggiato.  “In aggiunta alla mancanza di ossigeno che può provocare un arresto cardiaco, non è rara una reazione immuno-infiammatoria con una sofferenza miocardica. Oltre all’infarto del miocardio, sono stati osservati anche dolori al torace per la pericardite, l’infiammazione del rivestimento del cuore e miocadite, infiammazione del muscolo cardiaco”.

Jama Cardiology ha pubblicato un rapporto sui problemi cardiaci tra i pazienti con coronavirus a Wuhan, in Cina. il 20% dei pazienti ricoverati per Covid-19 ha sofferto di danni cardiaci. E molti di loro non avevano alcuna patologia cardiologica pregressa. In tali pazienti è stato trovato un alto livello di troponina, segno che il muscolo cardiaco ha subito un danno.

Pancreas e cervello

Un altro organo sul quale può infierire il virus è il pancreas che produce l’insulina. Non viene attaccato direttamente, ma lo è indirettamente nei pazienti diabetici. Durante un’infezione aumenta la necessità di insulina e il pancreas di un diabetico non ne produce più. “È per questo, in caso di pazienti diabetici con il Covid-19 è necessario verificare più frequentemente la sua glicemia e aumentare, se possibile, le dosi di insulina anche se mangia poco», ha detto a Le Figaro, Marc de Kerdanet, pediatra e diabetologo, presidente dell’associazione che aiuta i giovani diabetici”. Si legge nella ricerca.

Il coronavirus potrebbe infine danneggiare il cervello, anche prima della comparsa dell’insufficienza respiratoria: ictus, convulsioni, delirio tra i sintomi registrati. Il New York Times riferisce del caso di una 50enne di Detroit in stato confusionale che lamentava un forte mal di testa e a stento riusciva a riferire il suo nome. “Hanno diagnosticato alla donna una rara condizione: l’encefalopatia acuta necrotizzante. Una grave complicanza che può comparire anche cin l’influenza e altre infezioni virali”.

Cellule nervose

Per questo all’ospedale Civile di Brescia ha aperto un centro Neuro-Covid attivo dallo scorso 23 marzo. Ospita al momento 60 pazienti. Apprendiamo inoltre che gli scienziati che hanno studiato la Sars avevano visto che il virus poteva infiltrarsi nel cervello. Un articolo sul Journal of Medical Virology citato dal Corriere sostiene che non è da escludere la possibilità che il nuovo coronavirus possa essere in grado di infettare alcune cellule nervose.

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