Contrada, fu ingiusta detenzione. Lo Stato condannato a liquidare 667mila euro all’ex-007
Ben 667 mila euro quale risarcimento per l’ingiusta detenzione. Si aggiunge un nuovo capitolo alla storia giudiziaria di Bruno Contrada. Anche questa volta favorevole all’ex-dirigente del Sisde, come lo era stato il verdetto con cui la Cedu, la Corte europea dei diritti dell’uomo, aveva dichiarato ineseguibile la condanna a 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Non si trattava di un’assoluzione in senso tecnico perché la Cedu non è un quarto grado di giudizio. La Corte di Strasburgo aveva eccepito la mancanza di chiarezza del capo d’imputazione nel periodo in cui Contrada lo avrebbe commesso, e cioè fino al 1992. In pratica, il reato non esisteva. Oggi, sulla scorta di quella sentenza, recepita dalla Cassazione, la seconda sezione della Corte d’Appello di Palermo ha ordinato di risarcire l’ex-capo del Sisde.
Contrada ha scontato 8 anni di carcere per mafia
Più che soddisfatta la difesa, che non esclude tuttavia di impugnare l’odierna decisione per ottenere una somma superiore. Al netto del quantum, l’avvocato Stefano Giordano definisce «libero e coraggioso» il provvedimento con cui la Corte d’appello «ha statuito che Contrada non andava né processato né tanto meno condannato e che dunque non avrebbe dovuto scontare neppure un solo giorno di detenzione». Probabile invece che a ricorrere in Cassazione contro la sentenza dei giudici palermitani siano la Procura generale e l’Avvocatura dello Stato. Una prospettiva che non allarma il penalista. «Ci riserviamo di esaminare attentamente il provvedimento – aggiunge infatti Giordano – per valutare eventuali spazi per l’impugnazione in Cassazione».
Lui: «Ho un piede nella fossa. Che me ne faccio?»
Chi invece guarda la sentenza con comprensibile disincanto è proprio il diretto interessato. «A 88 anni e mezzo cosa me ne devo fare dei soldi? Io ho già la valigia pronta per andarmene, ho un piede nella fossa…», è l’amaro commento dell’ex-007 . «Ci sono danni – ha proseguito – che non si possono ripagare con i soldi, sono danni irreparabili. Ed è quello che ho subito io. Non solo io. Ma anche la Polizia, i Servizi di sicurezza. Tutti noi abbiamo subito danni, chi economici, chi morali». Contrada accenna anche alla sofferenze delle persone rinchiuse in casa per il virus.«Io – conclude – queste restrizioni le ho subito per otto anni. Ho subito tutto questo in età avanzata al termine della mia carriera. Mia moglie nel frattempo è morta di crepacuore, mio figlio si è ammalato, subito dopo il mio arresto, a venti anni».
In un paese serio pagherebbero i magistrati che lo condannarono.
Qualcuno ha sbagliato non certamente il contribuente.