Berlusconi e Bersani: «Ci tenemmo per mano all’ospedale». Lezione di umanità ai grillini
Esiste anche un altro modo di fare politica. Senza vaffa, più elegante. Quello che hanno svelato in questi giorni Berlusconi e Bersani ha fatto molto discutere e riflettere. Sono bastate poche parole e una breve risposta, più una parolina magica, «grazie».
Berlusconi e Bersani, la telefonata a Floris
Tutto è avvenuto negli studi di Giovanni Floris su La7. Era in programma l’intervento telefonico – causa coronavirus – di Berlusconi. «Pierluigi Bersani? È una persona perbene e generosa, me lo saluti tanto». Il leader di Forza Italia non si era fermato qui, aveva anche espresso i suoi apprezzamenti per le doti umane dell’ex segretario del Pd.
Il ricordo di quell’attentato a Piazza Duomo
Un racconto che ha stupito molti, quello del Cav. «Mi ricordo sempre di quando, dopo l’attentato che ebbi a subire in piazza Duomo, venne a trovarmi in ospedale. Bersani rimase con me tenendomi la mano tra le sue per mezz’ora». Poi Berlusconi ha ribadito: «Una persona perbene e generosa, me lo saluti assolutamente».
Bersani: «È vero, ci tenemmo per mano»
«L a politica non è tutto, c’è anche l’umanità». Bersani ha così risposto alle parole di Berlusconi. «Non l’ho potuto ringraziare in diretta perché il mio intervento era registrato. Ma sono rimasto colpito dalla sua cortesia nel ricordare l’episodio del 2009, quando Berlusconi era ricoverato al San Raffaele». C’era stata l’aggressione con la statuetta in piazza Duomo a Milano, erano giorni difficili. «Io ero da poco diventato segretario del Pd», prosegue il racconto di Bersani. «Decisi di andarlo a trovare. Un po’ a sorpresa. E sì, ci tenemmo per mano», conferma il leader della sinistra, che nel 2017 lasciò il Pd.
Berlusconi, l’intervento chirurgico durò quattro ore
Dopo l’attentato del 13 dicembre 2009, ci fu un intervento che durò quattro ore. Fu infatti necessario ripristinare l’anatomia e la funzionalità masticatoria di Berlusconi. Erano state gravemente compromesse. L’aggressore colpì il Cav in faccia, lanciandogli una statuetta raffigurante il Duomo di Milano. Gli procurò una frattura del setto nasale e di due denti.