Sanità del Lazio tutta da riscrivere: lo dimostra la vicenda del Covid 2 Hospital Columbus
La storia non si fa con i se e con i ma. Quanto sta accadendo dovrebbe lasciarci più di un insegnamento. La regione Lombardia, una delle più efficienti d’Italia e con un sistema sanitario all’avanguardia, ha dimostrato che anche un’eccellenza, di fronte a una epidemia, può entrare in sofferenza. Quello che potrebbe succedere al Mezzogiorno, dove le strutture vivono una crisi cronica, sarebbe devastante.
Non abbiamo ben chiaro come si stia organizzando la regione Lazio, dove pare sia atteso un picco di contagi. Per fortuna un raggio di sole è la realizzazione in tempi da record del Covid 2 Hospital Columbus-Gemelli. Un esempio virtuoso di riconversione di una struttura preesistente. Che , grazie alla collaborazione tra pubblico e privato, consentirà di poter alleggerire lo Spallanzani trasferendo pazienti o ricoverandone di nuovi affetti da coronavirus.
In questi giorni è tornata alla ribalta la questione della possibile riapertura del Forlanini. La struttura versa in uno stato di abbandono da tempo. E’ stato un errore lasciarla marcire per anni ed ora siamo davanti a un ospedale in uno stato di degrado forse irrecuperabile. Purtroppo non c’è tempo da perdere e vanno trovate altre soluzioni più concrete e fattibili.
Zingaretti ha detto che la riapertura del Forlanini è improponibile, anche se pare che la sua Giunta avesse intenzione di riconvertirlo per donarlo alle Ong. Il che sarebbe una beffa che va ad unirsi al danno. La sindaca di Roma sembrava più possibilista. Ma né l’uno né l’altra appaiono capaci di gestire l’ordinaria amministrazione, pensiamo un po’ quella straordinaria.
Fatto sta che se Zingaretti non avesse ridotto in maniera così drastica i posti letti nel Lazio chiudendo gli ospedali di: Albano, Bracciano, Genzano, Palombara, Subiaco e Velletri; forse oggi avremmo affrontato l’emergenza coronavirus con maggiore ponderazione. Ma la storia non si fa con i se. E quella della sanità del Lazio, con tutte le sue inefficienze, andrebbe completamente riscritta. Non è il tempo della polemica, ma una cosa è certa: senza l’aiuto dei privati non si va da nessuna parte.
Zingarelli sta alla regione Lazio come la Raggi sta a Roma. È una banale proporzione aritmetica, ma che racchiude i numeri del disastro cosmico. E si badi bene, non è un’opinione, ma l’innegabile evidenza dei fatti e dei risultati. Con questi personaggi alla guida delle istituzioni dobbiamo solo rassegnarci e, per chi ci crede, pregare. Ma possibilmente non in Vaticano !