Primarie Usa, il miliardario Bloomberg si ritira in favore di Biden. Ma Trump non teme rivali
Mike Bloomberg, il miliardario ex-sindaco di New York, si ritira dalle primarie democratiche. Alle presidenziali del 2020 appoggerà Joe Biden nella corsa alla Casa Bianca che probabilmente vedrà l’ex-vice di Obama opporsi a Donald Trump. Un endorsement, il suo, persino scontato alla luce del più che deludente risultato racimolato nelle primarie del SuperTuesday. E del fiume di soldi spesi – circa mezzo miliardo di dollari – per ritrovarsi con cinque dei sei delegati delle isole Samoa, in realtà poco più di scogli sperduti nel Pacifico. Nel resto degli Stati Uniti, Blommberg è risultato semplicemente non pervenuto. A conferma che l’America non è New York e che i miliardi non servono a vincere le elezioni se il candidato che li spende non sa connettersi emotivamente con i cittadini.
L’ex-sindaco di New York ha speso 1/2 miliardo per racimolare 5 delegati
Biden resta dunque il favorito nella contesa interna che lo vede opposto a Bernie Sanders, il vecchio socialista che non ha mai rinunciato al proprio armamentario ideologico e che per molti giovani democratici è l’unico vessillo da sventolare nella sfida finale con Trump. È stato il primo a trionfare al SuperTuesday. Al punto che oggi è Biden a guidare il partito nella conta dei delegati. Dopo il South Carolina, dove l’elettorato di colore ha un peso importante, nel SuperMartedì elettorale sono arrivate le vittorie di Virginia, North Carolina, Alabama, Tennessee, Oklahoma, Arkansas, Massachusetts e Minnesota.
Tra i Democrats resiste solo Sanders. Trump, intanto, va avanti
Sul lato repubblicano della barricata attende fiducioso Trump. Il presidente affida la sua rielezione ai dati dell’economia. In proposito, il suo bilancio alla Casa Bianca parla chiaro: in tre anni di mandato 6,7 milioni di posti di lavoro in più, disoccupazione in picchiata al 3,5 per cento, la più bassa degli ultimi 50 anni. Il reddito medio delle famiglie è schizzato del 2,3 per cento, gli stipendi del 2,5, il tasso di povertà calato all’11,8, il dato più basso dal 2001. Numeri che ora i democratici sperano che il coronavirus alle porte possa rendere meno perentori. Ma è, appunto, una speranza. Che sia Biden o Sanders a contendere a Trump le presidenziali del prossimo novembre, un dato sembra già certo: il presidente in carica ha mantenuto le sue promesse elettorali. E queste rende quanto mai fioche le prospettive di un suo trasloco dalla Casa Bianca.